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Famiglia & Minori

I rom tifano per me

Cristian Chivu incontra i bambini romeni seguiti da don Virginio Colmegna

di Redazione

Scende dalla macchina che lo ha portato nel cuore del parco Lambro e sono i tre più audaci ad avvicinarsi per primi. Indossano la maglietta dell?Inter, sono alti quasi la metà di lui, e avranno sì o no otto anni ciascuno. Uno si fa coraggio e gliela butta lì per primo, in italiano: «Chivu, tu sei rumeno vero?». Lui capisce al volo, e gli risponde nella loro lingua. Sì, è rumeno, e non ha paura dei rom. Al parco Lambro ci è venuto apposta: insieme al suo presidente Moratti, il 28enne difensore dell?Inter sarà il simbolo di un progetto che si chiama Milano e il pallone con un cuore. Un?iniziativa lanciata dalla Casa della Carità di don Virginio Colmegna che, grazie all?appoggio della società calcistica, organizzerà partite e allenamenti tra i bimbi rom della città. Con delle divise vere e anche un nuovo campetto a sette al Caes, nel cuore del parco, dove il protocollo d?intesa è stato firmato.

Vita: C?è una folla di bambini rom che è venuta apposta a salutarti dal campo milanese di Triboniano. Ti aspettavi questa accoglienza?
Cristian Chivu: La loro presenza mi emoziona moltissimo. La riconosco quella euforia, mi sembra di rivedermi quando ero piccolo.Vita: In che cosa ti ritrovi di più?Chivu: Come loro anch?io, a quell?età, avevo un sogno. Volevo diventare un calciatore, e ci sono riuscito.

Vita: Per i rom, però, non è proprio un bel momento…
Chivu: Il clima che si sta vivendo in questo periodo mi mette un po? a disagio. Credo che si stia esagerando con i pregiudizi. Io coi rom non ho mai avuto problemi.

Vita: Agli esordi della tua carriera, da giovanissimo, hai giocato nella squadra di Craiova, una città della Romania meridionale da cui provengono molti dei rom di Milano. E tu ne hai conosciuti molti..
Chivu: I migliori amici di mio padre, in Romania, sono rom e sono tutte brave persone. Io penso che la maggioranza di coloro che arrivano in Italia lo faccia per costruirsi un futuro migliore. Lo fanno per lavorare e perché devono procurare il pane alla famiglia.

Vita: Anche tu sei stato vittima di pregiudizi per le tue origini?
Chivu: Sì. Allo stadio mi hanno gridato ?zingaro? tante volte, e tante volte mi hanno insultato. Ma io non mi offendo. Sono fiero di essere rumeno, sono rumeno come tutti i rumeni che ci sono in Italia e sono felice di essere qui per rappresentare il mio Paese.

Vita: Che cosa dirai ai bambini con la maglia dell?Inter che tifano per te?
Chivu: Che devono seguire i loro sogni e cercare di rispettare quello che gli è stato insegnato.I piccoli tifosi che gli stanno intorno sorridono. E anche don Colmegna: «In troppi parlano di Romania in termini negativi, ma noi siamo qui per dire che non bisogna avere paura. Stiamo condividendo un progetto, sappiamo che è possibile lavorare bene. È questo il vero patto di sicurezza, e il fatto che Chivu sia qui è un segnale di speranza».


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