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Education & Scuola

La farsa dei TFA

Migliaia di giovani aspiranti prof hanno aspettato per anni il tirocinio formativo attivo. I test sono in corso in questi giorni. Ma i primi risultati sono una debacle. Del sistema, non degli studenti.

di Sara De Carli

Zero ammessi in otto città, tra cui Cagliari, Milano Statale, Trento. Un ammesso a Foggia, Perugia, Milano Bicocca, Parma. Due a Pavia, Catania e Salerno. La “classe” più numerosa è quella di Padova, con 21 ammessi, seguita da Roma Tre (19) e Bari (15). In tutti gli altri casi ci si ferma sotto gli otto studenti. Sono i risultati disastrosi dei test del TFA per i futuri insegnanti di Filosofia, psicologia e scienze dell’educazione (classe di concorso A036): l’hanno passato solo in centoquarantaquattro su più di 3mila iscritti. Lasciando vuoti 444 dei 588 posti disponibili. E pensare che questa era solo la prima selezione, in un percorso che dopo il test vede ancora una prova scritta e una orale.

«L’esordio mi sembra pessimo», dice Elio Franzini, preside della facoltà di Lettere e Filosofia della Statale di Milano, ferma a zero “promossi”, uno che ha lavorato fin dall’inizio all’idea stessa dei TFA. I test del Cineca non gli sono piaciuti per nulla (quello della A036 in allegato): «Domande nozionistiche, non metto l’accento sul facile o difficile, perché c’erano domande molto difficili e altre molto facili, ma nel complesso c’è stato un eccesso di iperspecialismo, non sono affatto queste le precondizioni di conoscenza che uno deve avere per insegnare».

Domande da Wikipedia

Certo ci si aspettava numeri molto alti, certo c’era bisogno di scremare: «Ma si poteva selezionare in altro modo. Secondo me si è sbagliato per la fretta. Stiamo a vedere i risultati delle altre classi di concorso, ma di certo se solo il 3% delle persone ha passato il test vuol dire che c’è qualcosa che non va nel test». Per dire, sapere chi fosse questo Amafinio (è un seguace di Epicuro,  dicono le risposte del test) anche a parer suo non è così dirimente. Come pure le domande su Blondel e Mounier: «meglio qualche grande tema di filosofia moderna, come Leibniz o Cartesio». Quanto al collocare nel corretto dialogo di Platone il problema se “ciò che è bene per l’uomo” debba identificarsi con il piacere o con la vita del pensiero, anche a suo dire poteva essere in quasi tutti i titoli citati. «Sa qual è il problema?», chiede. «Con una connessione a internet bastava consultare Wikipedia per rispondere a tutte le domande. Il problema è questo, che in filosofia non devi trovate le risposte su Wikipedia. Se succede siamo fuori strada».

Un corso per uno studente

Che succede ora? «Noi non abbiamo il problema», dice Franzini, «da noi non è passato nessuno. Ma voglio vedere cosa farà la Bicocca: attiverà un corso per un solo studente? È assurdo, in tutta la Lombardia a questa prima selezione sono passate sei persone. Io spero che la Conferenza dei Rettori prenda una qualche posizione». Un po’ meglio nelle altre quattro classi di concorso per cui sono già stati resi noti i risultati: fisica (A038), scienze matematiche (A047), agronomi (A058) e arabo (A112). Anche se in nessuna sono stati coperti i posti disponibili.

 

 


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