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Cooperazione & Relazioni internazionali

Coppa d’Asia: c’è anche la Palestina

La rappresentativa ha conseguito lo storico traguardo di qualificarsi per la fase finale della Coppa 2015 che si disputerà in Australia dal 9 al 31 gennaio

di Redazione

Non c’è una nazione vera e propria, ma c’è una nazionale di calcio peraltro anche interessante, anzi tra le 16 più forti dell’intero continente asiatico.

Parliamo della rappresentativa della Palestina che ha conseguito lo storico traguardo di qualificarsi per la fase finale della Coppa d’Asia 2015 che si disputerà in Australia dal 9 al 31 gennaio.
 

La nazionale palestinese

La Palestina farà parte del gruppo D, il più complicato dei quattro, nel quale dovrà vedersela con i campioni uscenti dell’Iraq, gli ex campioni del Giappone e la competitiva Giordania. Gli altri gironi sono formati da Australia, Corea del Sud, Oman e Kuwait (gruppo A); Uzbekistan, Arabia Saudita, Cina e Corea del Nord (gruppo B); Iran Emirati Arabi Uniti, Qatar e Bahrein (gruppo C).

L’esordio della compagine palestinese nel torneo più blasonato dell’Asia è fissato per 12 gennaio contro il favorito Giappone del milanista Honda e dell’interista Nagatomo.

Nonostante le tristi vicende che quotidianamente o quasi interessano la Palestina, il calcio nazionale è in ascesa e la Palestine Football Association e al 113esimo posto nella classifica FIFA, recuperando in soli sei anni ben 78 posizioni.

L’undici palestinese è composto da calciatori che militano nei campionati di mezzo mondo, dalla Svezia alla Polonia, dalla Slovenia all’Egitto. Il capitano e icona della squadra il quasi trentacinquenne Ramzi Saleh che vanta 78 presenze in nazionale e milita tra le fila del Smouha Sporting Club, nel campionato egiziano.    

Il selezionatore che ha portato alla fase finale della Coppa d’Asia l’undici palestinese è stato Jamal Mahmud, poi dimessosi dall’incarico. A proposito di commissario tecnico, qualche tempo fa comparve la notizia su molte agenzie che a guidare la squadra durante il torneo doveva essere Maradona che tra l’altro nel 2011, quando era alla guida dell’Al Wasl di Dubai, comparve in un video con una kefiah ricevuta da un tifoso gridando “viva la Palestina”. La cosa poi non si è concretizzata.

Lo scorso mese di novembre venne battuta la notizia secondo la quale militari israeliani perquisirono la sede della Palestine Football Association, ubicata in a-Ram (a nord di Gerusalemme), suscitando le proteste anche del presidente della FIFA Sepp Blatter che definì l’accaduto come «un episodio intollerabile ed inaccettabile».

Tuttavia, tornando al calcio giocato, il 2014 resterà impresso negli annali della storia sportiva palestinese come un anno di successi calcistici. Oltre ad aver ottenuto la prima qualificazione alla fase finale della Coppa d’Asia, la nazionale della Palestina si è aggiudicata l’AFC Challenge Cup, giocatosi nel mese di maggio alle Maldive e battendo in finale le Filippine.

Al di là di quello che sarà il risultato sportivo che i Leoni della Cananea conseguiranno alla Coppa d’Asia, la voglia di onorare la maglia da parte dei giocatori palestinesi è tanta e, come ha dichiarato il bomber Ashraf Numan «dobbiamo dare gloria a un popolo sotto occupazione e lo sappiamo: possiamo fare l’impresa anche col Brasile».       
 


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