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Welfare & Lavoro

Per una lira

di Flaviano Zandonai

Proliferano concorsi e premi nel campo dell’innovazione e dell’imprenditoria sociale. Sono e saranno sempre più lo strumento utilizzato per sostenere lo sviluppo del settore, come ricorda la Commissione Europea e come lasciano intendere prestigiosi think tank. Allora la domanda sorge spontanea. Cosa si vince? Anzi, prima ancora: si vince qualcosa? Se sì, suddividerei le ricompense in tre categorie: simboliche, monetarie, in natura. Nessuna di queste è da sottovalutare. Qualche settimana fa nell’ambito del salone della responsabilità sociale “Dal Dire al Fare” si è svolta una competizione per imprese sociali innovative. Il premio? Una targa. Ma il prestigio dell’evento e del suo promotore (l’Università Bocconi) ha spinto una quindicina di imprese a partecipare, peraltro tutte o quasi interessanti. Poi ci sono in premi in denaro e in questo caso il range delle risorse messe a disposizione è davvero ampio. Altro paio di esempi: il gelato Ben&Jerry – impresa famosa per il suo orientamento sociale – ha lanciato un premio per idee in campo sociale. “Facciamo microcredito per il non profit” sosteneva il loro consulente della comunicazione. Budget? 2.000 euro (diconsi duemila euro o 2k come amano dire quelli delle startup tech). Uguale approccio su tutt’altro fronte da parte dell’investitore istituzionale per eccellenza: la Banca Europea di Investimenti ha appena lanciato il suo “Social Innovation Tournament“. E – udite udite – il premio al vincitore del torneo ammonta a 15.000 euro. Meno di un’elemosina considerando la stazza del proponente. All’opposto sono invece di tutto rispetto i 100.000 euro della fondazione Marzotto (il bando sta per scadere, affrettatevi!). Terza tipologia di premio è il contributo in kind, ovvero opere e servizi che spesso consistono nell’accompagnamento allo sviluppo dell’idea progettuale e del relativo contenitore imprenditoriale. E’ la mia remunerazione preferita perché come ricordava un dirigente cooperativo, quel che fa la differenza nei progetti di sviluppo (gestiti o meno attraverso competizioni e premi) è proprio l’accompagnamento ex post (e magari anche ex ante) alla formulazione dell’idea progettuale. Solo che è faticoso. E forse anche costoso. Meglio elargire un qualche migliaio di euro. E tanti auguri al premiato.


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