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Acli, giudizio positivo sul patto del lavoro

Luigi Bobba: "ma sarebbe un errore non invitare la Cgil al prossimo tavolo sul Welfare"

di Piergiorgio Greco

E? un errore non invitare la Cgil a discutere di Welfare. Lo sottolinea in una nota il presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba. ?Le materie del nuovo tavolo negoziale (giovani, famiglia, anziani) sono sicuramente legate ai contenuti del patto per l?Italia, me ne vanno ben al di là. E non invitare un grande sindacato come la Cgil non è una buona premessa per fare riforme efficaci. Cisl e Uil insistano con il Governo per evitare di partire con il piede sbagliato?. ?Non di meno la scelta della Cgil di non portare al tavolo negoziale la forza e il consenso conquistati nelle piazze è stato un errore. Un errore che – secondo Bobba – ha indebolito il peso dei lavoratori e ha lasciato a Cisl e Uil l?onere di affrontare un negoziato difficile?. Bobba dà un giudizio “sostanzialmente positivo? del patto per l?Italia. ?Riduzione della Irpef per i redditi più bassi, aumento dell?indennità di disoccupazione, completamento della riforma del collocamento, avvio della formazione permanente sono un risultato che va apprezzato. Il ritocco sperimentale sull?articolo 18 non fa saltare certo i diritti fin qui garantiti e si colloca nella linea del ?non computò già largamente applicata per circa 1,5 milioni di lavoratori che appartengono a particolari categorie contrattuali (contratti di formazione e lavoro, apprendisti, lavoratori socialmente utili, ecc)?. Per Bobba però ?sono fuori luogo le parole altisonanti di Berlusconi perchè i contenuti del patto sono in una logica di continuità con il patto del 1996. Anzichè retorica ci attendiamo i fatti. L?accordo è stato un primo passo nella direzione giusta. Certo – prosegue Bobba – una completa riforma degli ammortizzatori sociali richiede ben altre risorse: circa 4.000 milioni di euro in due anni, a fronte dei 700 milioni oggi impegnati. Voglio sperare – conclude il presidente delle Acli – che il ministro Maroni ci ripensi e che l Cgil non insegua la strada della moltiplicazione degli scioperi e della manifestazioni, ma concorra con tutto il suo peso alla riforma del Welfare?.


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