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Ai tuoi ordini, baby

Dalle Spice Girls alla Di Caprio-mania. Per non parlare delle guerre quotidiane sul telecomando, le merendine, i videogiochi o l’ultima follia della moda. Come sottrarsi alla dittatura dei piccoli?

di Giampaolo Cerri

Lti chiamano ?generazione telecomando?. Sono i bambini degli anni ?90 che hanno conquistato il centro della famiglia, dal quale tiranneggiano mamme e papà straordinariamente permissivi. Genitori pronti a dire sempre sì, a esaudire i desideri del pupo, come tanti geni della lampada. L?emblema del bimbo-tiranno, lo scettro del piccolo despota familiare, è appunto la macchina dello zapping con cui governano la programmazione televisiva domestica. Ma non solo: il potere dei baby-re si allarga ben oltre le mura domestiche e costringe i genitori sudditi a far a indossare i panni di valletti, docili e a volte ridicoli, di tutte le loro voglie e manie. Esagerati? Che ne dite allora di quelle schiere di under 10 che, accompagnati da mamme e papà, hanno popolato i concerti italiani delle Spice Girls o affollato le proiezioni pomeridiane del ?pluridecorato? Titanic? La Di Caprio-mania esplosa fra le teen-agers italiane, si è infatti progressivamente allargata alle bambine delle elementari. Fenomeni preoccupanti, ma non certo improvvisi. Basta dare un?occhiata al Rapporto sull?infanzia 1997, pubblicato dal Centro nazionale di documentazione (www.minori.it) per capire le origini di questa dittatura: «I piccoli ci tiranneggiano perché sono pochi, preziosi, circondati da molti adulti», scrivono i curatori del Rapporto. «Accade che intorno a un solo bambino si affollino tre generazioni: i genitori, i nonni e talora i bisnonni. Col risultato di vezzeggiarlo eccessivamente, di accondiscendere a tutti i suoi capricci, di ingigantire le sue trovatine, di dargli una immagine megalomane di sé». «È vero, c?è un calo di autorevolezza nei genitori», conferma Gianni Baldi dell?associazione Progetto famiglia, presente a Bologna, Firenze, Milano, Roma. Colpa di una «mancanza di comunicazione e di unione nella famiglia, aggravata da elementi di disturbo esterni come la tv». E la responsabilità è dei più grandi: «Il bambino ha bisogno di attenzioni, sente la famiglia come momento importante», spiega Baldi, «e si impone con i mezzi che ha. Il genitore colma questo vuoto con oggetti e iniziative che poi, alla fine, risultano dannose». I padri e le madri, secondo Progetto famiglia, dovrebbero piuttosto domandarsi perché nascono certe richieste, o se queste non nascondano il desiderio di una presenza qualitativamente migliore. «Mi domando se le Spice-Girls o Titanic non siano, più o meno consciamente, un pretesto per stare con i genitori, per condividere alcune emozioni», dice Baldi. Sulla stessa linea anche Isabella Poli, responsabile per l?Italia del Bice, l?Ufficio cattolico per l?infanzia: «I nostri figli diventano tiranni nel momento in cui non si prendono in considerazione i loro bisogni». I genitori preferiscono concedere, permettere «piuttosto che mettersi nel vero ascolto dei figli, atteggiamento che costa fatica». Genitori pigri che finiscono per diventare genitori vittime, dunque. Per il Sindacato delle famiglie, infine, «i padri e le madri sono disorientati: non capiscono più quale sia il limite fra la necessaria autorevolezza e la giusta autonomia dei figli». Dal video al lettone Non è solo il telecomando l?oggetto attraverso il quale il bambino tiranno impone il proprio dominio sulla famiglia, anche se le statistiche sono allarmanti: nella fascia tra i 6 e i 10 anni, oltre il 42% dei maschi e il 39% delle femmine guarda alla tv dalle 3 alle 5 ore al giorno; mentre un altro 7% di bambine supera di molto questa soglia. Una recente ricerca della Macno rivela che anche il videoregistratore è appannaggio pressoché esclusivo dei piccoli. Per non parlare del telefono che è spesso monopolizzato dal piccolo padrone della casa che sottopone estenuanti interrogatori chi ha la sfortuna di imbattersi con lui. C?è poi il frigorifero: è il bambino o la bambina che decidono quando, come e che cosa mangiare. Ma il mini-dittatore trionfa nel lettone di mamma e papà, negando d?imperio ogni intimità ai genitori o costrigendo addirittura uno dei due a dormire al suo posto, nella cameretta. Task force per minori Genitori separati: a chi vanno i figli? Contenziosi che fanno sempre del male ai piccoli, soprattutto quando mamma e papà, nati in Paesi diversi, si separano e, non trovando un accordo sull?affidamento, arrivano anche a rapire letteralmente i figli. Per difendere i loro diritti l?onorevole Patrizia Toia, sottosegretaria agli Esteri, ha proposto l?istituzione di una task force, che operi per la tutela dei bimbi. In Italia, tra il 1995 e il 1997 i casi di bambini coinvolti in storie di ?rapimenti internazionali? sono stati oltre 200. Un fenomeno in crescita anche a causa dell?aumento dei matrimoni misti nel nostro Paese. La task force sarà composta da rappresentanti dei tre ministeri competenti (Esteri, Giustizia e Affari sociali) e medierà tra gli Stati in lizza, pretendendo l?applicazione delle convenzioni internazionali sui minori che già esistono, ma che spesso sono ignorate. L?opinione di Silvia Vegetti Finzi Genitori, fate così Sono sempre più numerosi i genitori che abdicano al proprio ruolo familiare. Il lavoro toglie tempo al rapporto con i figli e allora si pensa di migliorarne la qualità addolcendolo con il permissivismo. Così il padre non fa più il padre, perché la figura del ?no?, dei divieti è una figura faticosa. Entrambi i genitori si sono concentrati in un?area materna, accomodante, di sostegno, che non dà limiti ai figli. ?Bambini dei?, a cui nessuno dà più il senso della misura. La vita degli adulti ruota eccessivamente intorno ai figli, ai loro tempi e ai loro desideri. Ecco allora cinque regole per evitare che il figlio si trasformi in un tiranno: 1. Aprite le finestre della vostra famiglia alla società, abbiate frequentazioni che non siano limitate alla cerchia dei nonni o degli zii; stabilire rapporti extraparentali (amici, colleghi) è importante perché la loro ?diversità? mette alla prova tutto il nucleo, consente un confronto. 2. Pensate ai vostri bambini come a rappresentanti di una generazione. Supererete così l?egoismo ?proprietario? che spinge a considerare i bambini nell?ottica dell??io? e del ?mio?. 3. Date ai vostri figli poche regole, ma precise e fatele osservare scrupolosamente: sul pasto, sul sonno, su come ci si comporta in famiglia. 4. Non contrattate il rispetto delle regole: il ?sindacalismo? nelle relazioni familiari lascia tutti spossati e scontenti. I bambini non sono attrezzati ad autoregolarsi. 5. Fate sì che i ragazzi si responsabilizzino progressivamente. Evitate di tenerli sempre in situazione di minorità e accettate che affrontino dei rischi. Nessun azzardo, ma iniziative commisurate alla loro età, che consentano di uscire dallo spazio familiare, come, per esempio, recarsi a casa da un amico o a scuola da soli. psicologa


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