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Cooperazione & Relazioni internazionali

Al via l’assemblea generale dell’Onu

La riforma del consiglio di Sicurezza, diritti umani e ambiente. Questi gli argomenti che, da oggi, 14 settembre, impegneranno 180 capi di Stato a New York per l'Assemblea generale dell’Onu

di Paolo Mastrolilli

NEW YORK – Come mai gli Stati Uniti hanno presentato oltre settecento emendamenti alla dichiarazione che l?Onu dovrebbe approvare a metà settembre, appena tre settimane prima del vertice tra i capi di stato e di governo dei paesi membri? L?obiettivo è salvare il Palazzo di Vetro da se stesso, oppure demolirlo? Nel 2000, al termine del Vertice del Millennio, i leader mondiali si erano dati appuntamento al 2005 per verificare e rilanciare l?applicazione degli impegni appena presi. Tra gli altri obiettivi c?erano quello di dimezzare la povertà entro il 2015, combattere l?Aids, e portare gli aiuti per lo sviluppo allo 0,7% del prodotto interno lordo dei paesi ricchi. A questo si erano aggiunte l?implementazione del trattato di Kyoto sul riscaldamento globale, la missione del Tribunale penale internazionale, e l?idea di un nuovo trattato per vietare i test nucleari. Fin dal principio l?amministrazione Bush non condivideva molti di questi obiettivi. Poi è arrivato l?11 settembre, lo scontro all?Onu sulla guerra in Iraq e Washington è diventata così critica del Palazzo di Vetro, che alcuni neoconservatori suggerivano semplicemente di chiuderlo e sostituilo con l?Alleanza delle democrazie, una nuova organizzazione di cui avrebbero fatto parte solo i paesi che condividevano la forma di governo rappresentativa. Alla metà del giugno scorso l?amministrazione Usa ha bocciato questi suggerimenti, presumibilmente per tre ragioni: primo, perché chiudere una struttura e aprirne un?altra sarebbe stata un?impresa ciclopica; secondo, perché l?iniziativa avrebbe diviso ancora di più la comunità internazionale, proprio mentre secondo il professore di Harvard Samuel Huntington siamo alle prese con lo ?scontro fra le civiltà?; terzo, perché nulla garantiva che l?Alleanza avrebbe funzionato meglio dell?Onu, visto che la disputa sull?Iraq era avvenuta fra Usa e Gran Bretagna da una parte, e Francia e Germania dall?altra, cioé tutti paesi democratici che avrebbero litigato anche nella nuova organizzazione. […] *Paolo Mastrolilli è corrispondente della Stampa da New York. Ha pubblicato da poco Lo specchio del mondo. Le ragioni della crisi dell?Onu (Laterza). Leggi l’articolo integrale (per i soli abbanati a VITA) apparso sul numero 36 di VITA. Link Utili:

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