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Apre il think tank sull’educazione

Il coordinamento presenterà la sua piattaforma al prossimo governo. "Saremo un presidio per le istituzioni, ma anche per la Chiesa", annuncia il nuovo portavoce.

di Franco Taverna

La domanda educativa torna nuovamente nelle parole di papa Benedetto XVI, nella lettera alla diocesi di Roma: «La chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei propri figli; la chiedono tanti insegnanti, che vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole; la chiede la società nel suo complesso, che vede messe in dubbio le basi stesse della convivenza; la chiedono nel loro intimo gli stessi ragazzi, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita». Sono parole nelle quali ci rispecchiamo, che constatiamo la mattina quando apriamo i giornali e che non ci possono lasciare ancora una volta indifferenti.La domanda educativa torna ancor più prepotentemente in un contesto di diffuso pessimismo, che è la negazione dell?educazione: nel non saper guardare i frutti a partire dai semi che abbiamo in mano, nel colpevole atteggiamento disfattista del mondo degli adulti che finisce per penalizzare maggiormente i ragazzi, nell?amplificazione smisurata degli aspetti problematici dell?adolescenza. Ma per fortuna i giovani sono un?altra cosa rispetto all?immagine che di loro viene data. E bisogna dirlo ad alta voce, richiamando a ciascuno le proprie responsabilità.Ecco perché nasce il Laboratorio Educativo Permanente, nasce davanti a questa domanda non più rimandabile, non più delegabile alla sola famiglia o alla scuola. Le realtà che gli danno vita sono di quelle che masticano educazione ogni giorno, con tanta pratica e spesso con troppo poca teoria: l?Agesci, le Acli, il Csi, la Cisl, la Fict, la Fondazione Exodus, la Federazione degli Oratori Milanese e il Coordinamento degli Oratori Romani. Dopo un percorso non sempre lineare compiuto insieme negli ultimi dieci anni queste realtà, attraverso la costituzione del laboratorio, si sono poste tre intendimenti principali:a) essere un continuo stimolo per l?approfondimento del compito educativo all?interno delle realtà associative e nello stesso tempo aiutare il confronto, la maturazione, l?incisività della azione educativa b) diventare un presidio della ?emergenza educativa? nei confronti delle istituzioni, della politica (e perché no, della Chiesa), con la capacità di analisi della situazione attuale e di conseguenza con la capacità di proposta c) promuovere ed essere presenti ad iniziative pubbliche, rivolte all?intera cittadinanza che mostrino il volto positivo del crescere e non il solito stereotipo dell?adolescente disagiato, problematico, drogato.Abbiamo voluto annunziarlo pubblicamente. In modo da renderci ben visibili a tutti. Forse ha ragione la Littizzetto, non si può chiamare ?emergenza? un fatto grave persistente ormai da molti anni, come nel caso della tanto discussa emergenza rifiuti di Napoli. Il rischio è quello che diventi argomento dei dibattiti televisivi del momento oppure che ti mandino un Superesperto per chiudere il più in fretta possibile la questione! Non so se questo può funzionare per i rifiuti della provincia di Napoli ma sono sicuro che non potrà mai funzionare sul versante dell?educazione. Senza un investimento di tutte le energie vitali della società si può solo sperare di riparare qualche falla, ma ogni giorno che passa ci convince che questo non è più sufficiente.

Per saperne di più: <a href="http://www.exodus.it" target="_blank"> www.exodus.it</a>

Chi scende in campo

Fiocco azzurro. È nato a Roma lo scorso 31 gennaio il Laboratorio educativo permanente. A firmare il patto sono state: Acli, Agesci, Cisl, Centro sportivo italiano, Centro oratori romani, Federazione oratori milanesi, Federazione delle Comunità terapeutiche e Fondazione Exodus. «Di fronte alla incessante domanda educativa richiamata in diverse occasioni anche dal Pontefice», hanno spiegato i promotori, «vi è una questione adolescenziale da affrontare con urgenza. Primo obiettivo: la definizione di una piattaforma da sottoporre al prossimo governo».


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