Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Coree, da Pyongyang “rammarico” per recente attacco navale

Con una mossa improvvisa, il governo del Nord torna sui suoi passi e invia un telegramma al ministro dell'Unificazione di Seul

di Piergiorgio Greco

Si aprono nuovi spiragli nel processo di riconciliazione tra Corea del Sud e Corea del Nord. Con un improvviso cambio di direzione le autorità nordcoreane, che fino a poche ore fa avevano paventato il rischio di future battaglie navali tra i due Paesi, hanno invece espresso oggi il loro “rammarico” per lo scontro nel Mar Giallo che il 29 giugno scorso è costato la vita a 4 marinai sudcoreani e 30 nordcoreani. Lo hanno fatto attraverso un telegramma inviato dai vertici di Pyongyang al ministro dell?Unificazione sudcoreano Jeong Se-hyun. Nello stesso testo le autorità del Nord propongono a quelle del Sud alcuni incontri preliminari all?inizio del mese prossimo, mirati ad aprire la strada ad ulteriori riunioni a livello ministeriale. Il fine ultimo, a quanto si deduce dal telegramma, resta comunque quello di riavviare il processo di riconciliazione tra le due Coree, divise dalla guerra del 1950-53, al termine della quale non è stato mai firmato un trattato di pace. Fortemente voluta dal presidente sudcoreano Kim Dae-jung, la riconciliazione tra le Coree è stata ufficialmente avviata con lo storico incontro del 13-15 giugno 2000 tra il capo di Stato del Sud ed il leader del Nord, Kim Jong-il. Successivamente però il processo ha subito varie battute d?arresto e la recente battaglia navale tra i due Paesi ha contribuito a rendere la situazione ancora più critica. Soltanto ieri il ministero degli esteri nordcoreano aveva fatto balenare il rischio di ulteriori battaglie in mare, sostenendo che, per evitarle, occorrerebbe abolire la linea di confine nel mar Giallo, imposta dalle Nazioni Unite dopo la guerra intercoreana per delimitare le acque del Nord da quelle del Sud, ma mai riconosciuta da Pyongyang. Analisti politici rilevano che la strategia politica di Pyongyang nei confronti di Seul è spesso caratterizzata da questo tipo di atteggiamento: prima un duro attacco, poi parole più morbide per ricucire il momentaneo strappo. Un modo, insomma, per cogliere di sorpresa il proprio interlocutore e tenerlo sempre sulla corda.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA