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Indice del dono

Donazione degli organi: Trento e i trentenni sardi sul podio

Diffusi i dati della generosità degli italiani dal Centro nazionale trapianti in un rapporto che valuta la percentuale di consensi al momento dell'emissione della carta di identità elettronica. Soddisfazione di Flavia Petrin, presidente dell'associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, che dice: «Fare di più per giovani e anziani»

di Redazione

Sono i trentenni sardi i più disponibili a dare il proprio consenso alla donazione degli organi, mentre ancora una volta è Trento la città più generosa d’Italia nella raccolta dei “sì” al momento del rinnovo della carta d’identità. Sono alcuni dei dati che emergono dalla quinta edizione dell’Indice del Dono, il rapporto del Centro nazionale trapianti che fa il punto sulle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nelle anagrafi di oltre 7mila Comuni italiani nel corso del 2023.

Il report, pubblicato a pochi giorni dalla Giornata mondiale per la donazione di organi, tessuti e cellule, che si celebrerà domenica, 14 aprile, calcola la percentuale dei consensi, quella delle astensioni e il numero dei documenti emessi. L’Indice fornisce una fotografia dell’impegno profuso dai Comuni italiani nella gestione complessiva del servizio di registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti in occasione del rilascio della carta d’identità. Il Sistema informativo trapianti ospita poco meno di 19 milioni di dichiarazione di volontà registrate: 13,5 milioni di sì e 5,5 milioni di no. Emerge che la prima fascia d’età per consensi è quella 31-40 anni; più difficoltà si evidenziano tra i 18-30 anni e negli over 70.

L’edizione di quest’anno dell’Indice del Dono mette in evidenza anche la propensione alla donazione nelle diverse fasce d’età a livello regionale: la percentuale di consensi più alta – ben l’84,7% – è quella registrata tra i cittadini sardi tra i 31 e i 40 anni. E’ proprio quella dei trenta-quarantenni la categoria che a livello nazionale dimostra maggiore generosità, con un consenso medio del 73,8%. A seguire ci sono i 41-50enni (73,1%) e i 51-60enni (71,3%): in entrambe le fasce, a livello regionale, sono i trentini a dichiarare il consenso in percentuali maggioriMeno buoni i risultati della raccolta tra i 18-30enni, probabilmente perché meno informati.

«Risultati che danno grande conforto. Grazie a tutti coloro che lavorano ogni giorno con passione e dedizione per la causa, è una catena della solidarietà davvero preziosa» ma bisogna «fare di più sui giovani e gli anziani. I primi vanno sensibilizzati maggiormente affinché possano fare una scelta consapevole sulla donazione: e Digital Aido è uno strumento molto utile in questo senso» sottolinea la presidente nazionale Aido Flavia Petrin. «Quanto ai secondi, emerge che molti in avanti con l’età credono, sbagliando, che non sia possibile donare: oltre il 50% delle donazioni attuali arriva da una persona over 65; si può donare anche a 70, 80 anni e oltre; ricordiamo che non più tardi di un anno e mezzo fa una nonnina di quasi 102 anni ha donato con successo il fegato».

La presidente Petrin sottolinea che «Aido continuerà instancabilmente nella sua opera di informazione, formazione e sensibilizzazione alla cultura della donazione. Non c’è trapianto senza donazione, ma non c’è donazione senza un sì alla vita, informato, consapevole, gratuito: è questo il dono più bello. Siamo molto contenti che il 2023 sia stato un anno record, al contempo non possiamo dimenticare che ancora 8mila persone sono in lista d’attesa per un trapianto che, nella stragrande maggioranza dei casi, è l’ultima possibilità di cura. Quindi teniamo alta la guardia e avanti tutta per fare di più e meglio». Per sapere come diventare donatore, leggere qui.

Foto di Lina Trochez su Unsplash


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