Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

G8: la Santa Sede esce allo scoperto chiedendo giustizia

di Giulio Albanese

Un’azione “immediata ed efficace” per contrastare le cause della fame nel mondo,  nella consapevolezza che continuare a parlare senza concludere nulla sarebbe “un mero esercizio di retorica e un procrastinare le nostre responsabilità”. Questo severo giudizio sul sistema economico-finanziario mondiale è stato formulato dall’Osservatore della Santa Sede all’Onu, l’arcivescovo Celestino Migliore, nel corso del suo intervento, il 2 luglio scorso a New York, davanti al Segmento di Alto Livello del Consiglio Economico Sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc) e diffuso stamane dalla Sala Stampa vaticana. Proprio mentre in Giappone si sta concludendo il vertice dei Paesi più industrializzati (G8) che vede l’emergenza alimentare tra i principali punti in agenda, la Santa Sede è uscita allo scoperto con un documento che esprime i fondamentali del Magistero Sociale della Chiesa. Leggendo alcuni passaggi salienti della relazione del diplomatico vaticano si colgono alcune verità che certamente non verranno mai proferite da coloro che oggi siedono nella cosiddetta “stanza dei bottoni”. Il testo redatto da monsignor Migliore stigmatizza ad esempio le responsabilità di certe economie miopi, politiche agricole ed energetiche sbagliate, l’aumento delle speculazioni finanziarie sulle materie prime e la crescita incontrollabile del prezzo del petrolio, oltre alle avverse condizioni climatiche. Si tratta delle principali cause della crisi che attanaglia l’economia mondiale che come abbiamo già scritto su questo blog corre lungo il filo del rasoio. Da rilevare che sempre nell’intervento dell’Osservatore permanente della Santa sede all’Onu vi è un severo giudizio in merito all’aumento indiscriminato della spesa per gli armamenti: “È difficile pensare che in un mondo in cui si spendono oltre 1300 miliardi di dollari (851 miliardi di euro) all’anno in armamenti – ha affermato il presule – non si trovino i fondi necessari a salvare la vita di chi muore di fame”.  Bisogna riconoscere che il ragionamento di monsignor Migliore non fa una piega; francamente sono le cose che vorremmo fossero dette senza ipocrisia dai governi presenti al vertice del G8… Comunque fa davvero piacere che la Santa Sede si esprima in questi termini, considerando quanto sia alta la posta in gioco per l’intera umanità e soprattuto per l’Africa!


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA