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Garanzia Infanzia, la road map della nuova coordinatrice

«L'immobilismo non è nelle mie corde: voglio essere pratica, operativa, concreta», dice Maria Burani Procaccini, in questa sua prima intervista nelle vesti di nuova coordinatrice nazionale per la Child Guarantee. Sogna un’Agorà dei Giovani in ogni comune. «La nuova Cabina di regia arriverà tra pochissimo», annuncia. Perché ad oggi poco o nulla è stato fatto

di Sara De Carli

A giugno 2023, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, insieme alla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Maria Roccella hanno nominato Maria Burani Procaccini nuova coordinatrice nazionale del Piano per la Garanzia Infanzia. Il Pangi è l’acronimo infelice che indica il nostro piano nazionale per l’implementazione della Garanzia europea per l’infanzia, istituita nel 2021: la strategia operativa scelta dal nostro Paese per superare la povertà minorile e prevenire il disagio. Il Piano conta su un finanziamento europeo di 635 milioni di euro a cui si aggiungono le risorse messe su azioni già previste in altri contesti ma comunque collegate alla Child Guarantee, basti citare l’obiettivo di aumentare i posti disponibili negli asili nido.

Maria Burani Procaccini, classe 1942, ha una lunga esperienza all’interno delle istituzioni come esperta di diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: è stata già parlamentare della Repubblica per 15 anni, presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, coordinatrice delle attività scientifiche del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l’infanzia e l’adolescenza e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla Famiglia. La speranza (e l’aspettativa) è quindi che questa lunga esperienza faccia sì che la nuova coordinatrice non abbia bisogno di tempo “per prendere le misure” ma dia il via al più presto alla fase operativa di un Piano che non possiamo permetterci di lasciare solo sulla carta. Questa è la sua prima intervista, dopo la nomina.

Cosa ha trovato e a che punto siamo? È nelle condizioni di essere immediatamente operativa?

Io su questo vorrei essere chiara: ho accettato questo incarico – che è un onore ma evidentemente anche un grosso onere – perché va in continuità con il mio impegno per l’infanzia e le nuove generazioni, centrato sulla promozione della persona. Ho accettato perché me lo hanno chiesto due persone con cui lavoro da moltissimo tempo, due amiche: Eugenia Roccella e Maria Teresa Bellucci. Io però sono una persona concreta, non amo i convegni e le belle parole, men che meno oggi. Noi dobbiamo veramente iniziare a fare delle cose. Anche perché abbiamo due scadenze, una a marzo 2024 e una nel 2026 in cui dobbiamo dire all’Europa cosa abbiamo fatto. La verità è che ho trovato un mare di carte e di buoni propositi, il Piano ha dei contenuti meravigliosi, la programmazione è ottima, siamo stati nei tempi… ma la struttura che deve supportare l’attuazione del Piano non c’è. La Cabina di regia esistente scade a dicembre ma non ha mai funzionato. Attenzione, non sto criticando la coordinatrice precedente – io per inciso sono molto orgogliosa del fatto che quando ero presidente della bicamerale infanzia ogni documento è stato approvato all’unanimità, è il mio modo di lavorare – che ha avuto un anno scarso di tempo per lavorare, con in più le elezioni in mezzo: ma allo stesso tempo non posso accettare che oggi qualcuno possa dire a me che “non è stato fatto niente”.

A marzo 2024 però siamo chiamati a presentare il primo monitoraggio: che cosa concretamente è stato fatto ad oggi quindi?

Sono state realizzate solo piccole azioni che erano incardinate in altri piani nazionali già esistenti: il piano scuola, il piano povertà, il discorso degli asili nido, il tutor nelle scuole, lo psicologo dell’età evolutiva che accompagni i ragazzi. L’attuazione del Pangi, come logica, poggia molto su una Cabina di regia nazionale e poi su Cabine di regia regionali e addirittura comunali: è solo così che si può dare concretezza alle azioni. La nuova Cabina di regia nazionale però deve ancora essere nominata e sto sollecitando giorno per giorno le nomine dai ministeri: dovrebbe essere nominata a brevissimo, mi è stato promosso uno staff di alto profilo. Come sa tutta la parte tecnica del Pangi è seguita dall’Istituto degli Innocenti e io ho chiesto che una persona dell’Istituto venga a Roma, a reggere l’ufficio del coordinatore. Voglio che ci sia rapporto continuo con loro, è la sola via che vedo per essere concreta e passare alle azioni. Voglio sapere passo a passo, voce per voce, cosa è stato fatto. La mia intenzione è di lavorare a testa bassa: l’immobilismo non solo non è nelle mie corde, ma sarebbe un disastro.

Forse allora è necessario individuare delle priorità all’interno del Pangi, dichiarandole…

È proprio questo il punto. Le priorità che io vedo sono due e mi pare che le vicende di cronaca confermino questa mia idea. La prima cosa è quella di istituire dei supporti psicosociosanitari fissi nelle scuole perché i ragazzi, i genitori, i professori hanno bisogno di un supporto e di un supporto che duri nel tempo. Immagino delle piccole strutture in ogni comune, non solo nelle grandi città o nelle periferie, questo è un punto importante: anche nei piccoli paesi con 1.500 abitanti, con una equipe psicosociosanitaria: è una cosa diversa dallo psicologo a scuola, deve esserci un medico, un sociologo, uno psicologo, un pedagogista. I giovani devono sapere che ogni lunedì nella scuola di via tal dei tali c’è questa équipe a cui ogni persona può fare riferimento. La seconda, più impegnativa ma direi rivoluzionaria, è creare dei punti per i giovani in ogni paese d’Italia: mi piace chiamarle “Agorà dei Giovani”. Dei luoghi dove i giovani trovino dei punti di riferimento per l’aiuto allo studio, per l’utilizzo corretto del digitale, per un confronto dei temi della sessualità e dell’affettività, una biblioteca, spazi per fare sport… ma anche un luogo dove si discute, ci si confronta, si diventa grandi, per questo mi piace chiamarli Agorà. Un po’ un “consultorio giovane”, che però deve essere completamente diverso da quello degli adulti che conosciamo oggi. Li immagino gestiti dal Terzo settore, ma con il controllo pubblico degli assessorati alle politiche sociali: degli assessorati, non dei servizi. 

Il Pangi per alcune azioni indica un cronoprogramma molto preciso. Ad esempio il lep mense, ossia la gratuità della mensa scolastica alle scuole primarie, prevede un avvio graduale partendo dalle famiglie con Isee fino a 9.500 euro, che doveva partire già nell’anno scolastico scorso. 

Sul cronoprogramma in generale bisogna essere attenti, anche perché non essendo stato fatto nulla se non cose piccole e sperimentali non sappiamo bene se la scalabilità di alcune azioni è possibile davvero. Rispetto a garantire a tutti i bambini un pasto sano al giorno e la gratuità della mensa nelle scuola primaria, il principio è ottimo e credo che questo sia uno dei progetti da mandare avanti il prima possibile. 

Il Pangi ha risorse sue, cosa impedisce di avviare questa cosa da subito?

Sì, il Pangi ha risorse due ma adesso è fondamentale capire come attivare queste risorse, perché non è ancora chiaro e deve chiarirsi. Ho chiesto dei pareri. Insomma, in questo momento cammino su una palude, ma con coraggio e con lo sguardo verso l’alto. 

foto di Marianella Marco/La Presse


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