Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Sostenibilità sociale e ambientale

Il grande caldo è una certezza. La sirena d’allarme di Parigi

Conclusioni chac nel summit dell'Ipcc: ormai sono in pochissimi ad avere dubbi su un cambiamento climatico in atto

di Silvano Rubino

Dubbi su un cambiamento climatico in atto? Ormai sono in pochissimi ad averne. E non solo. Il cambiamento, in questi ultimi anni, è in fase di progressiva accelerazione. Le conclusioni della riunione parigina dell?Ipcc -Intergovernmental panel on climate change, cominciate a circolare sulla stampa sotto forma di bozze e indiscrezioni ben prima della diffusione al pubblico, sono l?ennesimo campanello di allarme per il nostro pianeta. I 2.500 scienziati che compongono il panel prevedono, da qui a fine secolo, un aumento della temperatura compreso tra i 2 e i 4,5 gradi.

Tutta colpa dei gas serra emessi dalle attività umane, anche su questo non vi sono dubbi: nel 2100 la concentrazione di CO2 sarà raddoppiata rispetto all?era pre industriale. Di conseguenza, al 2100 il livello del mare aumenterà mediamente tra i 28 e i 43 centimetri nella migliore delle ipotesi, con conseguenze disastrose per le città costiere. La calotta polare artica potrebbe scomparire durante i mesi estivi o comunque ridursi al 10% della attuale estensione. Drastiche riduzioni si avrebbero anche per i ghiacciai delle catene montuose poste alle medie e basse latitudini con ripercussioni sulla disponibilità di acqua nei bacini idrologici e nelle falde acquifere.

Ma non finisce qui. Le ondate di caldo, come quella dell?estate 2003, saranno ancora più intense, frequenti e durature. Le tempeste tropicali e gli uragani saranno più violenti.

Previsioni molto cupe, quindi. Tutti d?accordo. O quasi. Perché se sugli scenari generali non si sono avuti contrasti di sorta, sui numeri c?è stato più di un malumore, all?interno dell?Ipcc. Ma non perché vi sia qualcuno che abbia una visione più ottimistica, anzi. Le critiche arrivano da scienziati che considerano il rapporto ?annacquato?, con stime troppo caute sui pericoli che ci aspettano. Che sia giunta l?ora di agire?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA