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Sviluppo sostenibile

Per misurare l’impatto le aziende chiedono più metodo

Secondo una ricerca di Global compact e Accenture, il 79% delle imprese italiane reclama l’assenza di tecniche condivise per valutare gli effetti delle proprie attività. Assieme a scarsità di incentivi, lentezza del ritorno degli investimenti e difficoltà del coinvolgimento dei fornitori nelle attività Esg è una delle barriere del ritardo dell’Agenda Onu 2030

di Nicola Varcasia

Per non ridurre la sostenibilità a un gioco vuoto di regole da applicare e di documenti da compilare, una delle strade più promettenti seguita dalle imprese più impegnate su questo fronte è quella della misurazione d’impatto. Guardare agli effetti del proprio business nel tempo sembra essere un antidoto promettente al washing di qualsiasi colore e natura, verde, rosa o social che sia. Soprattutto se in tale opera di misurazione intervengono realtà terze all’azienda stessa e non c’è la paura di rendicontare anche gli impatti negativi, presenti per definizione in qualsiasi attività economica.

Sostenibilità 5.0

La concentrazione sulla dimensione dell’impatto generato e sulla capacità del settore privato di creare valore condiviso all’interno e all’esterno dell’azienda è una sfida prioritaria anche a livello di percorso fissato dall’Agenda 2030. L’85% dei target fissati è ancora in netto ritardo con la tabella di marcia, ha annunciato la rete italiana del Global compact,l’iniziativa di sostenibilità d’impresa promossa dalle Nazioni unite nel mondo nel corso dell’evento Italian business & Sdgs annual svoltosi a Palermo eincentrato sul tema: “Imprese e impatto: sostenibilità 5.0”. Un ritardo denunciato negli stessi giorni anche dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.

La ricerca

Per approfondire la questione dell’impatto, il Global compact ha realizzato insieme ad Accenture una ricerca su 2.800 aziende mondiali, di cui oltre 130 del nostro Paese dal quale emerge che il 94% delle imprese italiane è consapevole del ruolo del settore privato in termini di potenzialità di impatto sui Sustainable development goals (Sdgs) e l’87% è impegnato per il raggiungimento di questi obiettivi. Tuttavia, solo il 48% crede che gli obiettivi di sviluppo sostenibile (per l’appunto gli Sdgs) saranno raggiunti entro il 2030.

Approccio trasformativo

«Misurare il proprio impatto rappresenta la manifestazione della volontà, capacità e responsabilità dell’azienda di contribuire attivamente al miglioramento della qualità della vita delle persone e del pianeta, in perfetta coerenza con quanto promosso dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. È fondamentale per le imprese abbandonare l’approccio di pura rendicontazione e abbracciarne uno di tipo trasformativo, che consenta alle aziende di fissare obiettivi di miglioramento e riflettere sulle proprie strategie», ha dichiarato Daniela Bernacchi, executive director Un global compact network Italia.

Le cause

Tra le barriere strutturali percepite dalle aziende italiane nella ricerca Global private sector stocktake per il completamento degli obiettivi ci sono le difficoltà nel coinvolgimento delle catene di fornitura (per il 90% degli intervistati), un periodo di ritorno troppo lungo degli investimenti in sostenibilità (per l’84% del campione), la mancanza di metodologie e tecniche condivise di valutazione dell’impatto delle imprese (per il 79% degli intervistati) e la scarsità di incentivi per il settore privato (per l’86% del campione).

Barriere da superare

«La sostenibilità è ampiamente riconosciuta dal settore privato come un approccio irreversibile e necessario per favorire la competitività e la resilienza sui mercati e nel lungo periodo, ha dichiarato Marco Frey, presidente Un global compact network Italia. Le aziende hanno sempre più il ruolo di generare cambiamento e il loro potenziale di contribuire a migliorare il benessere dei cittadini, delle comunità e dell’ambiente circostante. Tuttavia, la scarsità di metodologie e tecniche condivise di valutazione dell’impatto delle imprese sullo sviluppo sostenibile è percepita come una delle barriere strutturali al raggiungimento degli Sdgs».

Partnership

All’evento palermitano, organizzato con le aziende Edison e Irritec, hanno preso parte Nicola Monti, amministratore delegato di Edison e presidente di fondazione Eos – Edison orizzonte sociale, Giulia Giuffrè, board member and sustainability ambassador Irritec, Davide Dal Maso, partner & fondatore Avanzi, Giada Platania, responsabile area internazionalizzazione, Sicindustria enterprise Europe network e Beatrice Pasciuta, prorettrice dell’Università di Palermo.

La foto in apertura è di Alexander Grey su Unsplash


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