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Famiglia & Minori

Iraq: così si crepa a Baghdad

Dal nostro inviato nella capitale irachena

di Maurizio Pagliassotti

Baghdad, ore 9 del trenta dicembre 2003. Sono seduto al solito tavolo del cafè in Kandarra street, zona commerciale di Baghdad, poche centinaia di metri distante dalla famosa piazza dove i tank americani decretarono la caduta di Baghdad, con l?abbattimento della statua di Saddam. Passa un convoglio americano composto da tre autoblindo, vanno verso nord. Un uomo, a bordo di un?auto proveniente in senso opposto alla marcia degli americani, lancia una granata che manca il bersaglio e piomba tra la gente che affolla la via: donne con la borsa della spesa, uomini che vanno al lavoro, accattoni, lustrascarpe, scolaretti che vanno a scuola con il grembiule stirato. Un boato fortissimo, le schegge partono in tutte le direzioni, i vetri dei negozi cadono in frantumi. Vedo un uomo cadere, una scheggia lo ha colpito in pieno ed il suo corpo fa un balzo per poi ripiombare due metri lontano. Superato lo spavento corro verso quell?uomo. Ha il cranio spappolato, la sua testa sembra un?anguria caduta per terra, aperta in due con i pezzi che fuoriescono e tingono tutto di rosso, è disteso sulla pancia. Mi giro e vedo un altro uomo che urla, ha nella gamba una scheggia e sanguina copiosamente. Urla e piange, fortissimo, le sue braccia sono piene di sangue e le distende alla disperata ricerca di altre braccia che lo possano aiutare in uno sforzo massimo. Gli americani fermano il convoglio e tornano indietro, M16 spianati, anche loro sono visibilmene scossi. Urlano di allontanarsi, che sono un bersaglio e che restare nei paraggi è pericoloso. Passano i minuti, arriva la gente, ma non le amulanze. Gli americani dicono che non è compito loro, ridacchiano, ?fottuti arabi del cazzo, stavolta si sono ammazzati tra di loro.? La folla si ingrossa, siamo a pochi passi da una moschea sciita e parte una contestazione al grido di fuori gli americani dall?Iraq. I fotografi e le televisioni si accaniscono sull?uomo morto, il telo che gli è stato buttato addosso viene tolto più volte per poter riprendere o fotografare la testa martoriata. Era la testa di un umile venditore di sigarette, finito in mezzo ad una guerra non sua, di cui molto probabilmente non gli era mai fregato un cazzo, perché qui in Iraq la gente, la massa, ha altri problemi che correre dietro alle telenovelas che piacciono tanto in occidente: Bush, Saddam, le armi di distruzione di massa… Molto probabilmente quell?uomo questa mattina era incazzato di brutto perché per l?ennesima volta si era svegliato e la corrente elettrica non c?era, la benzina scarseggia in tutta la città, le fogne non funzionano più e la merda viene fuori dai tombini. E? crepato senza una ragione, solo perché era sulla traiettoria di una scheggia che gli ha centrato la testa.


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