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Cooperazione & Relazioni internazionali

Iraq: L’intervento di Bush e la risposta di Saddam

Entrambi invocano Dio

di Paul Ricard

Ecco il testo dell’intervento con cui il presidente americano George W. Bush ha annunciato al paese che l’attacco contro l’Iraq era iniziato. ”Concittadini, in questo momento le forze americane della coalizione sono impegnate nelle prime fasi delle operazioni militari per disarmare l’Iraq, per liberare il suo popolo e per difendere il mondo da un grande pericolo. Su mio ordine, le forze della coalizione hanno iniziato a colpire obbiettivi selezionati di rilevanza militare per minare il potenziale bellico di Saddam Hussein. Queste sono le fasi iniziali di quella che sara’ un’ampia campagna concertata. Oltre 35 paesi stanno dando un cruciale appoggio, che va dall’uso di basi navali e aeree alla messa a disposizone di informazioni o di supporto logistico, allo spiegamento di unita’ da combattimento. Ogni paese che fa parte di questa coalizione ha scelto di farsi carico del dovere e di condividere l’onore di essersi messo al servizio della nostra difesa comune. A tutti gli uomini e le donne delle forze amrate degli Stati Uniti attualmente in Medio Oriente (voglio dire che) la pace di un mondo turbolento e le speranze di un popolo oppresso ora dipendono da voi. Questa fiducia e’ ben riposta. Il nemico che fronteggiate si accorgera’ della vostra capacita’ e del vostro coraggio. Il popolo che liberate sara’ testimone dello spirito onorevole e amabile del militare americano. ”In questo conflitto l’America deve fronteggiare un nemico che non ha nessun riguardo per le convenzioni di guerra o per le regole della morale. Saddam Hussein ha collocato truppe e mezzi militari tra la popolazione civile nel tentativo di utilizzare uomini, donne e bambini innocenti come scudi per i suoi militari; e’ un’ultima atroicita’ contro il suo popolo. Voglio che gli americani e che il mondo sappiano che le forze americane faranno ogni sforzo per risparmiare qualsiasi danno ai civili innocenti. Una campagna sull’impervio territorio di un paese grande quanto la California potrebbe rivelarsi piu’ lunga e difficile di alcune previsioni. E aiutare gli iracheni a costruire un paese unito, stabile e libero richiedera’ un nostro prolungato impegno. Noi siamo venuti in Iraq con rispetto per i suoi cittadini, per la sua grande civilta’ e per le fedi religiose che praticano. In Iraq noi non abbiamo ambizioni, salvo quella di scongiurare una minaccia e di restituire il paese al controllo del suo popolo. So che i familiari dei nostri soldati stanno pregando affinche’ tutti tornino presto a casa sani e salvi. Milioni di americani stanno pregando con voi per l’incolumita’ dei vostri cari e per la protezione degli innocenti. Per il vostro sacrificio, avete la gratitudine e il rispetto del popolo americano e vi comunico che le nostre forze torneranno a casa non appena avremo completato il nostro compito. Il nostro paese e’ entrato in questo conflitto a malincuore ma il nostro fine e’ certo. Il popolo degli Stati Uniti e i nostri alleati e amici non vivranno alla merce’ di un regime fuorilegge che minaccia la pace con armi di distruzione di massa. Ora faremo fronte a questa minaccia con il nostro esercito, la nostra marina, l’areonautica, la guardia costiera e i marines, in modo da non doverci ritrovare in seguito a fronteggiarla con un’esercito di vigili del fuoco, di poliziotti e di medici nelle strade delle nostre citta’. Ora che il conflitto e’ arrivato, il solo modo di limitare la sua durata e’ quello di esercitare la forza con decisione. E vi assicuro che questa non sara’ una campagna di mezze misure, il solo risultato che ci andra’ bene sara’ la vittoria. Concittadini, i pericoli cui sono esposti il nostro paese e il mondo saranno scongiurati. Supereremo questo periodo di pericolo e lavoreremo per la pace. Difenderemo la nostra liberta’. Porteremo la liberta’ ad altri. E vinceremo. Che Dio protegga il nostro paese e tutti coloro che lo difendono. Saddam alla Tv, piccolo Bush un criminale (ANSA) – BAGHDAD – Tre ore dopo l’inizio dell’ attacco Usa contro Baghdad, il presidente iracheno Saddam Hussein – in divisa militare, basco nero e volto assorto – e’ comparso stamani sugli schermi della Tv di Stato da dove ha fatto un discorso alla nazione, appena provata da una prima notte di bombardamenti mirati sulla capitale. Dopo aver esortato gli iracheni affinche’ ”tutti proteggano il Paese”, con la retorica che gli e’ consueta il ‘rais’ – che leggeva un testo preparato con occhiali dalle lenti piuttosto spesse – ha incitato a ”sfoderare le spade” per la battaglia ”e a non avere paura perche’ vinceremo”. ”Lasciate che il temporale passi”, ha detto ancora Saddam il quale ha quindi accusato il ”piccolo” (presidente Usa George W.) Bush di ”aver sottovalutato gli appelli a favore della pace” e di essersi macchiato di ”crimini vergognosi contro l’umanita’ ”. ”Continuate a tenere il dito premuto sul grilletto”, ha detto ancora Saddam e ”io vi prometto a nome mio e in nome della nostra dirigenza e del suo eroico esercito, in nome dell’Iraq, della sua civilta’ e della sua storia, che combatteremo gli invasori e li sconfiggeremo”. Saddam ha concluso il suo breve discorso (in tutto sette minuti) affermando: ”Viva la Jihad e viva l’Iraq. Viva la Palestina e viva la nostra gloriosa nazione e tutti coloro che vogliono la pace. Allahu Akbar” (Dio e’ il piu’ grande). Il discorso alla nazione era stato anticipato pochi minuti prima dal ministro dell’informazione Mohammed Said Al Sahaf dopo che per alcuni minuti le trasmissioni della Tv erano state interrotte.


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