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Razzismo, l’Italia sfida l’Onu

Secco no di Frattini alla conferenza di Durban, il documento finale contiene "frasi antisemite"

di Franco Bomprezzi

Un gesto deciso, forte e chiaro: il ministro degli Esteri Frattini annuncia che l’Italia non andrà a Durban per la conferenza Onu sul razzismo, visto il contenuto antisemita della bozza di documento finale. E intanto rinvia anche la visita in Iran. La politica estera torna in primo piano, ma con attenzione non uniforme sui giornali di oggi.

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

“«Frasi antisemite»: l’Italia dice no all’Onu”, titola il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina annunciando il ritiro di Frattini dalla Conferenza sul razzismo Durban 2 a 45 giorni dal via dei lavori. Il Motivo? La bozza del documento finale contiene «affermazioni aggressive e antisemite». Al tema Pierluigi Battista dedica l’editoriale “Una questione di principio”. La tesi del vicedirettore del quotidiano milanese è che l’Italia ha fatto bene a rinunciare: «Il governo italiano, affiancandosi agli Stati Uniti di Obama e al Canada, non assisterà al paradossale spettacolo del linciaggio che, purtroppo sotto l’egida delle Nazioni unite, un pugno di Paesi all’avanguardia nella cancellazione dei diritti umani fondamentali allestirà contro Israele». I servizi a pag 2 e 3. L’Italia è il primo stato Ue a ritirarsi ufficialmente. Frattini: «Parteciperemo se saranno rimosse le tesi aggressive e antisemite».
Questo dunque il testo della bozza contestata: «La politica di Israele nei territori palestinesi rappresenta una violazione dei diritti umani, un crimine contro l’umanità e una forma contemporanea contro l’apartheid (…) esprimiamo preoccupazioni per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani  del Golan occupato (..) Israele minaccia la pace internazionale e la sicurezza». Il no all’Onu, nota il CORRIERE, divide il “centrosinistra tra sì e qualche riserva”. Fassino, responsabile esteri Pd: «Un atto estremo da discutere in Parlamento». Il deputato radicale Marco Perduca eletto nelle liste Pd invece pensa che il ministro Frattini abbia «fatto bene». Sulla stessa lunghezza d’onda Pietro Mercenaro, Psd, presidente della commissione del senato per la promozione dei diritti umani: «Il governo fa bene a non accettare quel documento. Deve fare il possibile per arrivare a uno diverso. I tempi ci sono. Sento che paesi islamici come Egitto e Indonesia si stanno muovendo per modificarlo».

La prima pagina de LA REPUBBLICA è dominata dalla crisi: “Tremonti: il 2009 sarà terribile” e così la decisione di boicottare Ginevra finisce a pagina 18: “Frattini annulla la visita in Iran e boicotta il vertice Onu sul razzismo”. La visita in Iran, pensata dal ministro, per aprire un canale diplomatico diretto, era in realtà molto mal vista da Israele. Ieri dopo aver incontrato la collega Tzipi Livni, Frattini ha deciso di soprassedere, annunciando anche la non partecipazione italiana a Durban 2: i documenti preparatori del vertice si riferiscono a Israele come a uno stato razzista e illegale. Probabilmente altri stati europei, scrive Vincenzo Nigro, seguiranno il suo esempio.

Poche righe sul SOLE24ORE sulla vicenda (in un articolo che parla della la disdetta della missione italiana a Teheran); spiegano tuttavia la posizione del quotidiano a riguardo: «ieri l’Italia ha compiuto un passo ufficiale molto gradito sia a Usa che a Israele: ha cancellato la partecipazione italiana – seguendo l’esempio di Washington – al vertice contro il razzismo, a Ginevra, conferenza definita “Durban II” (la prima si tenne a Durban nel 2001 ed ebbe forti connotati antisemiti)».

IL GIORNALE titola “Frattini congela la visita agli ayatollah” il box della pagina esteri – con richiamo in prima pagina – che riporta il comunicato della Farnesina. Un dietrofront, fa notare IL GIORNALE, rispetto alla notizia che arriva dagli States, dal segretario di Stato Hillary Clinton che ha confermato le intenzioni di apertura verso l’Iran annunciando l’invito a Teheran perchè partecipi alla conferenza sull’Afghanistan.

LA STAMPA riferisce della decisione di Frattini di disertare la conferenza Onu sul razzismo nel pezzo a pag.  13 dedicato a varie questioni di diplomazia internazionale, dal no di Frattini alla conferenza, all’invito a sorpresa da parte di Hillary Clinton dell’Iran alla Conferenza sull’Afghanistan (e infatti il titolo è “Kabul, Hillary arruola l’Iran”), sino alla decisione – di segno contrario – di Frattini di rinviare la visita a Teheran prevista per il 24 giugno. Sulla conferenza sul razzismo nel box viene registrata la reazione di Piero Fassino, responsabile esteri del Partito Democratico: «La decisione di non partecipare alla Conferenza delle Nazioni Unite è un atto estremo che deve essere oggetto di dibattito parlamentare. Non vi è alcun dubbio – osserva Fassino – che nell’attuale versione della bozza di Risoluzione finale siano contenute affermazioni non accettabili riguardo al sionismo, a Israele e alla vicenda mediorientale. Ed è evidente che quella Risoluzione va profondamente modificata, obiettivo cui devono essere chiamati l’Unione Europea e i suoi paesi membri con una iniziativa congiunta e concordata».

IL MANIFESTO dedica alla questione Onu-Razzismo un commento in prima e un’apertura a pagina 10. Interessante il commento di Mario Pianta, “Conferenza Onu usa e getta”. «Questo ridisegna una contrapposizione tra paesi ricchi da un lato e mondo arabo e Sud del mondo dall’altro a partire dal conflitto più doloroso, quello in Palestina. Non era questa la geometria annunciata da Obama per i problemi internazionali e non è questa la strada che può dare sicurezza agli israeliani e uno stato ai palestinesi e tantomeno può dare un ruolo internazionale dell’Europa».

AVVENIRE dedica poco spazio a Durban 2: il quadro di riferimento è un fondo a pagina 15 sulla proposta della Clinton di invitare l’Iran al vertice sull’Afghanistan. La decisione di Frattini è citata in un trafiletto dedicato ai rapporti Italia-Iran.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

WELFARE E CRISI  

CORRIERE DELLA SERA –  Tremonti ieri al Credit day: “«Il 2009 andrà peggio, più risorse per il welfare”. Il ministro all’annuncio della partenza degli osservatori sul credito «che verranno costituiti presso le prefetture» ha anticipato l’esistenza di un nuovo «gruzzoletto» che a breve verrà destinato per rafforzare il plafond di 8 miliardi degli ammortizzatori sociali». Al piano anticrisi  parteciperà anche la Cassa depositi e prestiti che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese 13 miliardi di cui per le banche ma «vincolato per sostenere le Pmi».

ITALIA OGGI – Tremonti vede più nero del nero. Ieri, riporta Italia Oggi, il ministro dell’economia nel corso del credit day, ( la giornata del credito organizzata in via XX Settembre con i rappresentanti delle banche e delle imprese per fare il punto sullo stato della crisi)  ha spento le residue illusioni sulla possibilità di una ripresa in tempi brevi. «Il 2008 è stato l’anno peggiore per l’economia italiana dagli anni dello shock» petrolifero 1974) ha detto il ministro, «il 2009 sarà ancora più difficile» E come pensa il ministro di gestire la crisi? «Coesione nella società e conservazione della base industriale», ha  detto Tremonti.  Nell’incontro  è emerso come il ministro voglia allargare il campo degli interventi necessari per sostenere le famiglie alle prese con i mutui per la casa e nell’ acquisto di automobili e di altri beni. Un compito affidato alle banche che dovranno guardarsi bene dalla tentazione di razionare ulteriormente il credito. «E’ strategico aumentare il credito  alle imprese sane, non ridurlo alle imprese in momentanea difficoltà. Assicurare adeguata liquidità può evitare la chiusura di aziende che sono in grado di superare la crisi». Altra questione che Tremonti si è impegnato ad affrontare è quella dello sblocco dei crediti vantati dalle aziende nei confronti della pubblica amministrazione. I pagamenti, sostiene Italia Oggi, saranno accelerati e la prossima settimana dovrebbe arrivare il decreto del Tesoro che certificherà l’effettiva esistenza dei crediti. Grazie alle camere di commercio poi, 200 milioni di euro di fondi straordinari per la piccole e medio e imprese consentiranno di accedere a finanziamenti per 4 miliardi di euro.

IL MANIFESTO – Interessante servizio con titolo efficace: “L’impatto di Varsavia. Disoccupati su, Zloty giù. La crisi morde la Polonia”.  Partendo da Varsavia il giornale fa un giro d’orizzonte sulla situazione sociale nei paesi dell’Europa dell’Est. I casi più gravi sono quelli di Lettonia e Ucraina. Altro Paese sull’orlo del baratro è la Serbia che sta negoziando un prestito all’Fmi di 2 miliardi di euro. In Polonia la disoccupazione è schizzata al 9.5%.

 

BANCHE

SOLE24ORE – “In banca piccolo è di nuovo bello: conta il territorio”. Tempi di crolli e crisi, questi mesi hanno «certamente rivalutato le banche minori» (Popolari e Bcc), scrive il SOLE in un pezzo di analisi che parte da uno studio dell’Osservatorio monetario della Cattolica, ma «ne hanno anche accresciuto i rischi e alla fine piccolo potrà tornare bello ma solo se sarà anche efficiente». La crisi sta indubbiamente premiando i piccoli istituti di credito di provincia, perché più legati ai business tradizionali, ma «è presto per cantare vittoria» perché i grandi gruppi non staranno a guardare e, a partire da Unicredit e Intesa, stanno già andando all’attacco. Tra i punti delle strategie per tornare in sella, meno rischi; dimensioni più contenute; semplificazioni. Il che tornerà, secondo il SOLE, a vantaggio dei clienti.

 

POLITICHE SOCIALI

AVVENIRE – “Disabili e anziani. Urgono strategie. «Solo a Roma 50mila soggetti fragili»”. Ieri, al convegno organizzato a Roma dall’Osservatorio Terza età-Ageing Society è stata presentata una proposta di legge bipartisan che mira a concedere un finanziamento per progetti di assistenza alle persone con disabilità grave. Gianni Alemanno ha anche presentato il primo progetto che nasce dal protocollo d’intesa tra il comune e l’Ordine provinciale dei medici, chirurghi e degli odontoiatri: la creazione di una banca dati della fragilità per quantificare la domanda di assistenza socio-sanitaria nella città. Costo dell’operazione: 500mila euro ripartiti in due anni, finanziati dal ministero del Welfare.

 

CAFFARELLA

CORRIERE DELLA SERA – Un nuovo test del dna smentisce ancora le accusa ai due romeni incarcerati dopo lo stupro della Caffarella. La Procura però accusa uno dei due, quello soprannominato il pugile, di una precedente violenza a Primavalle. Lo stesso Racz però dichiara: «Loyos, il “biondino” sta coprendo due uomini potenti». Il CORRIERE intervista il ministro Ignazio La Russa: «Senza riscontri deve essere lasciato libero», riferendosi alla posizione proprio del pugile Racz, chiamato in correità dal biondino Loyos, reo confesso. Ancora la Russa: «L’accusa di correità non basta. È un po’ come accadeva nei processi degli anni 70 contro i giovani di destra, finivano tutti assolti».

LA REPUBBLICA – “Stupro, un nuovo Dna scagiona i romeni”. A pagina 15 il quotidiano riferisce del nuovo test che dimostra che non sono gli arrestati i colpevoli dello stupro di Primavalle.

LA STAMPA – “I “mostri” romeni scagionati due volte”, titola la Stampa. Fulvio Milone, nel suo pezzo, che sottolinea che anche nel caso dell’altra violenza di cui è accusato Karol Racz ci sono molti dubbi: «Ma anche questo caso è avvolto nel mistero. Come nella vicenda della Caffarella, a complicare le cose sono stati gli esami di laboratorio. Sì, perché il test del Dna fatto sul materiale organico trovato sul corpo della vittima rivelerebbe che il profilo genetico dell’uomo che ha avuto il rapporto sessuale non corrisponde a quello di Racz. Che, però, è comunque indagato perché la donna violentata lo ha riconosciuto anche se ieri sera ad Anno Zero ha frenato: «Sono molto incerta. Non ho dato nessuna garanzia. Adesso hanno fatto le prove del Dna: non so che cosa ne viene fuori». Dal carcere, l’altro accusato, Alexandru, parla tramite parlamentare in visita, Stefano Esposito, «Non c’entro niente. Mi odiano perché sono un romeno. La mia unica colpa è solo questa ed è per questo che mi hanno sbattuto in carcere. Lei deve fare qualcosa».

 

TRATTA DI UOMINI

AVVENIRE – Il quotidiano apre su “Un colpo alle mafie della tratta di uomini”, ripreso a pag. 7 I carabinieri del Ros hanno fatto scattare le manette per 8 persone in Lombardia, Sicilia, Lazio ed Emilia Romagna. Altre cinque sono ricercate. Il blitz («operazione Addhi’b») avvenuto ieri per catturare la banda di trafficanti di esseri umani inorgoglisce il ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Il controllo esercitato dalla criminalità organizzata su gran parte dei flussi e delle rotte dell’immigrazione illegale è un business che va contrastato con ogni mezzo». Centinaia di conversazioni intercettate telefonicamente durante le investigazioni, cominciate nel 2005, mostrano il funzionamento della tratta: «tonni» o «valigie», così venivano chiamati i migranti, «borse da scuola» i bambini. Ciascuna cellula della rete di trafficanti assicurava il reclutamento di connazionali in Marocco, Egitto, Tunisia, Algeria e Sudan.

 

FINE VITA

LA REPUBBLICA – “Bossi al Pd: doveroso l’accordo sul fine vita”. La maggioranza apre sul consenso informato e la nutrizione artificiale. Il Pd è cauto, non si fida. Bossi insiste: occorre trovare l’accordo, ma D’Alema è convinto che quella sul tappeto sia «una proposta mostruosa» e dunque da rivedere radicalmente. Ora anche Dorina Bianchi chiede modifiche all’articolo 1.

IL GIORNALE – In copertina intervento di Susanna Tamaro che continua a pag. 29 “Morte a contratto. Ma l’ultimo viaggio non ha bisogno di leggi e sentenze” . La Tamaro si sente un topo di campagna con i suoi pro – vivere in solitudine fa pensare, fa fare domande – e con i suoi contro – in città si è investiti da chi incontrandoti non ti chiede più “come va?” ma ti fa un suo comizio che in questi giorni finisce “e poi io voglio poter decidere la mia morte”. La Tamaro che a questa affermazione risponde «Mi affido a quello che hanno deciso Lassù» riflette sul suo viaggio a Roma, lasciando per qualche giorno la campagna umbra, e rileva che «C’è rigidità nei discorsi ossessivi, c’è rigidità negli sguardi, nei movimenti, nelle parole, nei pensieri, c’è rigidità – per non dire sclerosi totale – nei movimenti del cuore» «L’uomo ipertecnologico è diventato un essere che della rigidità ha fatto la sua bandiera, la sua forza di esistere. Si è creato una corazza attorno… e va in giro per il mondo a incontrare o meglio a scontrarsi con gli altri». «Perchè tanta rigidità? Non sarà paura della morte?» «Comprendere la sacralità della morte non ha niente a che vedere con l’essere credenti o meno, ma ha molto a che vedere con la complessità dell’essere umano, e non solo».

AVVENIRE – Pag. 9: «Fine vita, da martedì si vota. E si cerca ancora un’intesa». Le votazioni in commissione Igiene e sanità al Senato proseguiranno a ritmi serrati. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è prevista per venerdì 13: nel frattempo, quelli già depositati sono saliti da 487 a 553. Il testo è incardinato in aula mercoledì 18 per le pregiudiziali e il 19 per il dibattito. Michele Saccomanno, capogruppo del Pdl in commissione, ha spiegato l’ordine dei lavori: martedì prossimo si discuterà dei principi generali e mercoledì degli emendamenti su idratazione e nutrizione. Per cercare di appianare le divergenze ancora molto vistose, il presidente della commissione Antonio Tomassini ha previsto una riunione informale sulla proposta avanzata ieri dal Pd di inserire in consenso informato nell’articolo 1 (quello che detta i principi della normativa, già emendato dal relatore Calabrò, ma che secondo l’opposizione non tiene abbastanza conto del parere della commissione Affari costituzionali). Per Ignazio Marino e Dorina Bianchi si tratta di un punto decisivo: «Se si tenta di eludere questo punto, non possiamo intenderci» rincara Anna Finocchiaro (Pd). Calabrò, che ritiene inaccettabile l’emendamento dell’opposizione così come è scritto, lascia però qualche spiraglio al dialogo: se c’è un problema di garanzia dei principi c’è volontà di risoluzione. Ma nella maggioranza si insinua il dubbio che in realtà sia un modo per introdurre surrettiziamente un principio eutanasico: lo pensano Gaetano Quagliarello (Pdl) ma anche Maurizio Ronconi (Udc). Nutrizione e idratazione continua ad essere l’altro nodo del dibattito. Un discorso a parte va fatto per le cure palliative, che trovano spazio nel ddl Calabrò e vengono definite come diritto del paziente. Ma la maggioranza giudica quella parte di emendamento «inammissibile, per estraneità di materia». Sorprese Paola Binetti ed Emanuela Baio Dossi, secondo le quali invece quella parte andrebbe messa bene in evidenza nel nuovo articolo 1. «Tanto più che alla camera è già stato approvato all’unanimità dalla commissione Affari sociali un progetto di legge su cure palliative e terapia del dolore». Nei giorni scorsi, Tomassini aveva accuratamente respinto gli emendamenti presentati in materia proprio evitare sovrapposizioni con il ddl all’esame a Montecitorio, ma le senatrici del Pd si augurano invece che venga inserito un «anello di collegamento tra i vari disegni d legge senza interferenze ma con una chiara e concreta convergenza di valori e di contenuti».

FESTA DELLE DONNE
LA REPUBBLICA – “Califano testimonial dell’8 marzo divide anche le donne di destra”. Concetto Vecchio riferisce a pagina 13 di una curiosa scelta del comune di Roma: un concerto al quartiere Appio Latino in cui il “Prevert de noantri” sarà testimonial. Lui che ha 70 anni, nessuno dei quali si ricorda per un rispetto esemplare verso il genere femminile, se la gode. Meno le donne di sinistra e di destra che sono dubbiose rispetto alla scelta. Fuori dal coro delle scandalizzate, Mussolini e Santanchè. E nella sua “Amaca”, Michele Serra commenta: «Califano, uno che sta al femminismo come il cotechino sta alla dieta»…

CASO L’UNITA’
IL MANIFESTO – Inchiesta al veleno sul padrone di sinistra che lascia a casa i giornalisti del giornale ex Ds. «Tagli, tagli, tagli». Il giornale a chiusura 2008 perde 6milioni di euro, con un capitale sociale di due milioni. Per il 2009 il barometro segna meno 7,9 miliardi.

AFFITTOPOLI

IL GIORNALE – Pezzo di denuncia: “Le palazzine donate per aiutare i ciechi? Aiutano politici, giornalisti e magistrati”. Il caso della Regione Campania che ha ereditato 50 appartamenti a Roma dove vivono vip. Il benefattore aveva imposto di mantenere con gli affitti uno stabile per l’istituto dei ciechi, che però cade a pezzi.

DARFUR
LA STAMPA – Un pezzo da Pechino di Francesco Sisci sui rapporti Sudan-Cina. “Cina-Sudan. Prima di tutto il business”. «Se la Cina abbandonasse il Sudan dietro le pressioni occidentali, manderebbe un messaggio rovinoso a tutto il continente nero: i leader africani smetterebbero infatti di considerarla un interlocutore di primo piano nel momento in cui la vedessero piegarsi agli interessi occidentali. E ciò a sua volta metterebbe a rischio tutta una politica estera cinese, che negli ultimi anni ha investito moltissimo in Africa».


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