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Economy of Francesco, l’idea dirompente di un Papa che “cede potere” ai giovani

Si apre oggi a Assisi "The Economy of Francesco". 2mila giovani da 120 Paesi, ricercatori, imprenditori e changemaker, rigorosamente under35. Li ha convocati Papa Francesco. Diletta Mauri è una degli oltre 500 partecipanti italiani: «Nei miei studi e nella mia esperienza ha un ruolo centrale l’idea che la conoscenza si costruisca insieme e che proprio le persone che vivono fragilità e difficoltà hanno un loro sapere. Condividere il sapere, è questo che trasforma la società. In Economy of Francesco ho visto un’idea di conoscenza che prova ad allargare orizzonti. Costruiamola insieme, è impegno di tutti. Anche dei giovani»

di Sara De Carli

2mila giovani da 120 Paesi. Ricercatori, imprenditori e changemaker, rigorosamente under35. Li ha convocati Papa Francesco il 1° maggio 2019, invitandoli a «un evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani. Sì, occorre “ri-animare” l’economia».

“The Economy of Francesco” avrebbe dovuto tenersi ad Assisi nel marzo 2020: causa Covid-19 prende il via oggi alle 14, in diretta streaming sul portale francescoeconomy.org. A chiudere la tre giorni sarà Papa Francesco, con un video messaggio ai giovani partecipanti che verrà trasmesso il 21 novembre alle 17.10. Assisi resta il cuore pulsante dell’evento, con tutto il mondo connesso. I partecipanti italiani sono più di 500. Fra loro c’è Diletta Mauri, 33 anni, pedagogista e assistente sociale, due lauree e un dottorato di ricerca in corso. «Nei miei studi e nella mia esperienza ha un ruolo centrale l’idea che la conoscenza si costruisca insieme e che proprio le persone che vivono fragilità e difficoltà hanno un loro sapere. Condividere il sapere, è questo ciò che trasforma e incide sulla società. In Economy of Francesco ho visto un’idea di conoscenza che prova ad allargare orizzonti. Se lo pensiamo rispetto al tema della verità, è ancora più forte: costruiamola insieme, è impegno di tutti. Anche dei giovani, che la Chiesa fa fatica a intercettare. Quella del Papa è una richiesta alta, anche rischiosa, perché quando ci si mette in gioco in questo modo poi ti tocca “cedere” potere. Sono molto curiosa», dice.

Diletta, ti presenti?
Ho 33 anni, sono originaria di Rimini ma vivo a Trento, sono pedagogista e assistente sociale, attualmente sto facendo un dottorato all’Università di Trento in psicologia. Mi sono sempre interessata ai temi del scoiale e delle disuguaglianze e per dieci anni mi sono occupata di giovani in uscita dalle comunità di accoglienza, e ho seguito, strutturato e fatto diventare nazionale il Care Leavers Network. Non a caso quindi il mio progetto di ricerca per il dottorato è proprio sulla genitorialità dei care leavers.

Come sei diventata uno dei 2mila giovani di Economy of Francesco?
Ho partecipato a una call nell’autunno 2019. C’erano alcuni requisiti, essere under35, appartenere a una delle tre categorie individuate – ricercatori, imprenditori o changemaker -e scrivere le proprie motivazioni.

E la tua motivazione qual è?
Ero molto incuriosita da questa intuizione che ha avuto il Papa, che mi è sembrata preziosa, di promuovere un incontro globale che fosse non solo una conferenza internazionale ma che creasse un movimento, una rete di persone interessare non solo a imparare ma a mettere a disposizione la propria competenza. Persone che a partire da ciò che fanno nella quotidianità provano a immaginarsi nuovi modi di intendere l’economia e la società, più attente allo sviluppo sostenibile in senso ampio, che si ispirano all’uomo intero, che presta attenzione anche alle persone che rischiano di essere marginali. È questo il tema su cui mi interessa portare un contributo.

Quindi non serve avere un profilo strettamente “economico”…
Anche a me a volte viene un po’ da chiedermi se è il mio posto. In realtà tutti facciamo economia e l’economia è un luogo centrale della vita di tutti, determina come si fa giustizia oggi, come sono le città… il contributo che vorrei dare va nella direzione di portare i temi della giustizia sociale qui. Economy of Francesco ha 12 villaggi tematici, ciascuno di noi è inserito in uno di questi, il mio è “Work and Care. Penso anche di imparare molto ovviamente, oltre agli eventi pubblici ci sono momenti di relazione fra i relatori e giovani e abbiamo la possibilità di fissare colloqui privati con i relatori successivamente. Mi propongo di saper creare connessioni: nelle competenze ma anche nelle relazioni che si creano, sia a livello globale che locale, che ci permettono di aprire progettualità che vadano oltre l’evento. Sta già accadendo, l’Italia ha circa 500 partecipanti, abbiamo scelto un “gruppo di prossimità”, stiamo ragionando in direzione dell’incontro di Assisi del 2021 ma anche su come costruire proposte che abbiano ricadute a livello italiano, si stanno facendo proposte molto concrete.

Qual è la cosa che hai trovato più dirompente?
Avere l’occasione di essere ascoltata. Per un giovane non è scontato. Invece questo è l’obiettivo dichiaratamente voluto dal Papa, in linea con ciò che sta facendo: Papa Francesco sta cedendo potere nel costruire conoscenza, sta dicendo ripetutamente che c’è una conoscenza importante, ma che non riusciamo a intercettare. Mi ha colpito molto ed è la ragione per cui sono stata così incuriosita, con la sensazione di dire “ehi, ma chiedono proprio a me di intervenire e di dire la mia?”. Ci è stato chiesto dal basso di auto-organizzarci, partecipare vuol dire metterci la faccia e il tempo… Mi sembra molto interessante questa possibilità e in tutti ho trovato la bellezza del sentirsi convocati. Nei miei studi e nella mia esperienza ha un ruolo centrale l’idea che la conoscenza si costruisca insieme e che proprio le persone che vivono fragilità e difficoltà hanno un loro sapere. Condividere il sapere, è questo ciò che trasforma e incide sulla società. In Economy of Francesco ho visto proprio questa idea di conoscenza che prova ad allargare orizzonti. Se lo pensiamo rispetto al tema della verità, è ancora più dirompente, con il Papa che dice costruiamola insieme, è impegno di tutti, anche dei giovani che la Chiesa fa fatica a intercettare. Quella del Papa è una richiesta alta, anche rischiosa, perché quando ci si mette in gioco in questo modo poi ti tocca “cedere” potere. Sono molto curiosa di vedere quali saranno gli effetti!


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