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Il rito della maturità e l’alibi dell’immaturità

Più di mezzo milione di studenti affronta gli Esami di Stato. Ma cos'è oggi "maturità"? E i nostri ragazzi sono maturi o no? Lo abbiamo chiesto a chi conosce bene i giovani. «L'immaturità è solo un mito, che cela la paura degli adulti di cedere il potere», dice Dafne Guida, presidente della cooperativa sociale Stripes. «È tempo di invertire la tendenza. Dobbiamo ascoltare i giovani e dare loro voce, ma anche investire pensiero e denaro nei loro progetti. Rischiare con e per loro»

di Dafne Guida

Ad ogni episodio di cronaca, parte la litania sul fatto che i giovani d’oggi sono superficiali, irresponsabile e immaturi. Ma chi lavora ogni giorno con loro, che ne pensa? Che cos’è oggi “maturità”? Alla vigilia degli esami di Stato 2023, che coinvolgeranno 536.008 maturandi, lo abbiamo chiesto a sette persone che lavorano ogni giorno con i giovani. Sui social di VITA non profit i pensieri di Dafne Guida, presidente Stripes; Miriam Cresta, ceo JA Italia; Valentino Magliaro, Country SMBs & Education Lead di Canva; Ivano Zoppi, presidente Pepita onlus e segretario generale Fondazione Carolina; Silvia Crespi, coordinatrice del progetto “You the Future” di Save the Children; Andrea Pastorelli, direttore generale Teach for Italy; Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti Comitato nazionale Agesci (ndr)


È tempo di maturità. Ragazze e ragazzi si avventurano per le strade dell’adultità. Sono adeguati? Sapranno farcela?

È davvero sorprendente come la società si affretti a colpevolizzare i giovani per la mancanza di fiducia nel futuro, senza riflettere sul proprio ruolo nella loro disillusione. Dimentichiamo che siamo noi adulti, noi educatori a dare forma al mondo che offriamo loro. Dall'infanzia, i ragazzi sono bombardati da messaggi negativi riguardo al futuro: crisi economiche, instabilità politica, cambiamenti climatici, conflitti bellici, epidemie. Abbiamo insegnato loro a dubitare, a temere il domani. E ora ci lamentiamo che manchino di fiducia?

Mentre i giovani lottano per trovare la loro strada alternando pose nichiliste a desideri trasgressivi generati dai social media, mentre immaginano un lavoro che ancora non esiste e provano a mettersi in gioco, li osserviamo con sospetto, sminuendo i loro sforzi e considerandoli immaturi. La nostra paura di cedere il potere ci impedisce di dar loro spazio, limitando così le loro opportunità di crescita e responsabilizzazione. La nostra tendenza a generalizzare e a considerare i ragazzi una categoria stereotipata ci impedisce di coltivare fiducia nei loro confronti.

Ma ogni giorno nei servizi educativi, nei centri di aggregazione, nelle scuole incontriamo ragazzi che ci chiedono di dar loro qualcosa in cui credere e per cui provare desiderio. È tempo di invertire la tendenza. I giovani meritano l'opportunità di dimostrare il loro valore, di contribuire al cambiamento. Dobbiamo sostenerli, ascoltarli e dare loro voce. Investire pensiero e denaro nei loro progetti, rischiare con loro e per loro.

Sì, la fiducia nei giovani è l'unica via percorribile. Dobbiamo dimenticare le lezioni apprese dalla storia e abbracciare il concetto che l'immaturità è solo un mito. Sento già qualche adulto sconsolato obiettare: “La nostra unica speranza è dunque mettere il destino nelle mani di chi fa le foto ai cibi e le condivide sui social media?”. Sì, solo allora potremo dire che abbiamo fatto tutto il possibile per aiutare i ragazzi che si affacciano all’età adulta.

In fondo, cosa potrebbe andare storto? Potrebbero diventare come noi? Diamo fiducia ai giovani, perché con un po' di fortuna e una dose di sana ironia, potrebbero sorprenderci tutti.

Clicca qui per leggere su Instagram le card con le riflessioni di Miriam Cresta, ceo JA Italia; Valentino Magliaro, Country SMBs & Education Lead di Canva; Ivano Zoppi, presidente Pepita onlus e segretario generale Fondazione Carolina; Silvia Crespi, coordinatrice del progetto “You the Future” di Save the Children; Andrea Pastorelli, direttore generale Teach for Italy; Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti Comitato nazionale Agesci.


*Dafne Guida, è presidente e direttore generale della cooperativa sociale Stripes


Foto: Agenzia Sintesi


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