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Milano chiama Napoli, l’inclusione è in campo

A Milano, una partita a Quarto Oggiaro, per ricordare Musa Balde, giovane profugo morto suicida in un centro di permanenza. A Napoli, una festa in campo all'Albergo dei Poveri. Giornata speciale della cooperativa sociale Medihospes. Nel segno della solidarietà e per non dimenticare le tragedie del mare

di Redazione

In campo per dare un calcio al razzismo e per stringersi la mano, in nome dell’integrazione. No, non stiamo parlando do un terzo tempo, quello successivo ad una partita di rugby in cui i giocatori (tutti) festeggiano insieme. Ma lo spirito è lo stesso: fare rete e lavorare insieme per l’inclusione, fare breccia. In una parola sola, aprire il cuore per farsi ascoltare. È questo il messaggio che ha segnato i bordi del campo della terza edizione del Memorial Musa Balde, torneo di calcio organizzato dalla cooperativa sociale Medihospes e dall’associazione Vivibile in ricordo del giovane guineano morto suicida all’età di 23 anni nel Centro di permanenza – CPR di Torino. Otto le squadre che si sono contese il Memorial: otto team, in rappresentanza di altrettanti centri d’accoglienza straordinaria – CAS e dell sistema di accoglienza e integrazione – SAI e di associazioni fra le province di Milano e Lecco: realtà che ogni giorno sono in prima linea nel dare ascolto e sostegno a chi viene in Italia con dietro soltanto un bagaglio di speranza.

Lo sport unisce e insegna

«Sono tre anni che la Cooperativa Sociale Medihospes organizza il Memorial dedicato a Musa Balde – spiega Serenella Calderara, coordinatrice di Medihospes – l'idea venne da un gruppo di ospiti accolti nel centro di accoglienza straordinaria denominato CAS Mancini che, proprio a pochi giorni dalla scomparsa di Musa, hanno deciso che avrebbero dovuto organizzare qualcosa perché si sapesse quando accaduto. Musa, infatti, è morto suicida all'interno di un CPR e, purtroppo, sappiamo tutti come in quelle strutture sopravvivere sia uno sforzo troppo grande». Nel pensare a cosa organizzare, prosegue, «è venuto spontaneo a tutti immaginarsi di partire da una partita di calcio. I ragazzi accolti nei centri d'accoglienza sono per lo più ragazzi giovani quindi è normale che abbiano voglia di praticare sport. I valori dello sport poi vanno di pari passo con quelli dell'integrazione. Lo sport unisce e insegna a fare fatica. L'integrazione sicuramente richiede questi due elementi».

Abbiamo organizzato questo evento per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla storia di Musa Balde. Speriamo che certi episodi non si verifichino più

Serenella Calderara, coordinatrice di Medihospes

Il nostro viaggio nel Mediterrano

Così, ad accompagnare il torneo, momenti di grande emozione e intensità quando alcuni rifugiati e richiedenti asilo, insieme agli assistenti sociali, hanno raccontato il vero significato del viaggio nel Mediterraneo, costretti ad abbandonare casa e affetti familiari pur di ritrovare una nuova ragione di vita. Poi, attraverso storie, aneddoti e fotografie, hanno ricordato Musa Balde tra la commozione di tutti i partecipanti.

Musa è stato ricordato attraverso i disegni che tutti gli ospiti dei centri di Medihospes hanno preparato per l'occasione. Disegni che raccontano del mondo da cui si viene e in cui non si potrà tornare più. Storie, racconti, canzoni e musiche che Musa ascoltava qui in Italia, paese in cui non ha trovato quello che cercava ma del quale comunque, prima di suicidarsi, ha detto " Ho avuto un assaggio di come può essere bella la vita". I più piccoli, poi, hanno posizionato un mazzo di fiori al centro del prato e, dopo un minuto di silenzio, sono iniziati i match.

Serenella Calderara, coordinatrice di Medihospes

La Giornata Mondiale del Rifugiato

La Giornata Mondiale del Rifugiato è stata istituita il 4 dicembre 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione n. 55/76 del in occasione del cinquantennale della Convenzione di Ginevra che, nel 1951, ha definito lo status di rifugiato.

Anche a Napoli

A Napoli la giornata è segnata da una serie di appuntamenti organizzati dal comune e dagli enti gestori del progetto SAI NAPOLI-Arci Mediterraneo-L.E.S.SMedihospes, in collaborazione con UNHCR e Consulta degli Immigrati. «Facciamo accoglienza e supporto a 360 gradi con un supporto che va dall'area legale al supporto psicologico, anche con strutture di tipo diffuso» spiega Selena Del Priore, responsabile area inclusione SAI Napoli per Medihospes.

Una giornata quella di quest'anno ancora più importante dopo la tragedia in Grecia: un momento di analisi sulle criticità per favorire un inclusione e le politiche sociali. Ma anche un momento di restituzione e di festa

Selena Del Priore, responsabile area inclusione SAI Napoli per Medihospes

Le foto sono di Medihospes


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