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La lordìa in agguato

di Gianfranco Marocchi

Il fatto è abbastanza noto agli internauti: il Prefetto di Napoli, Andrea De Martino, apostrofa violentemente un prete anti camorra che in un incontro si rivolge al Prefetto di Caserta, Carmela Pagano, appellandola – dal video ben si intende, senza intento canzonatorio o ostile –  “signora” e non “signora Prefetto”.

Ancor più delle parole, è il tono tronfio e sprezzante di De Martino che ben simboleggia il fastidio che un potere incacrenito nutre nei confronti dei comuni mortali. Un sussulto di arroganza che conferma una volta di più come il nostro paese sia in mano a caporali, per dirla con Totò o ominicchi (a esser generosi) per dirla con Sciascia, che prima una grande ondata se li porta via, meglio è per tutti.

Salto altrove. Nei giorni scorsi sono stato a Lecce con alcuni cooperatori sociali. Si respirava un clima autentico, di persone che erano in grado di parlarsi e stare insieme senza la prosopopea del ruolo; si prendeva la parola senza le litanie di formale rispetto sciorinate nei convegni con profusione verso autorità alte o miserrime (così, tanto per non sbagliarsi), vi era posto per i diversi registri della relazione, il confronto, l’ironia, la voglia di comprendere.

E però, penso… Penso che certo un cooperatore non può che simpatizzare per Don Maurizio e vedere con piacere il Prefetto da domani in poi a dar becchime ai colombi, però…

Oggi sono per le citazioni: diceva il Montalbano de Il giro di boa, “La lordìa è dentro di noi”. Noi che ci scandalizziamo per il Signor Prefetto Arrogante. Ma in quante occasioni pubbliche, diversamente da quanto è mi è accaduto a Lecce nei giorni scorsi, lo stile comunicativo anche nel nostro mondo si infioretta di laudi e rispetti nei confronti di potenti, quante volte il potente, se cooperatore o comunque persona di terzo settore, se li lascia tributare o comunque trova naturale che ciò avvenga?

Non so se la lordìa sia dentro di noi, certo è sempre in agguato, il Potere avvelena quando è immenso e quando è minimo; ancor più se, quando minimo, vuol darsi aria d’esser maggiore.

Vi prego – amici tutti – se mai mi capitasse ridetemi in faccia prima che sia troppo tardi!

 


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