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Le badanti, «mondo parallelo»

di Daniela Verlicchi

Dal 2006 Roberto Brancolini fotografa l’invisibile mondo delle badanti. È uno dei pochi ad accettarne la sfida e così le sue foto sono su tutti i motori di ricerca alla voce «badanti».

Perché proprio le badanti?
Perché erano, almeno quando ho iniziato e in una certa misura lo sono ancora, “non persone”. Le ignoriamo finché per qualche ragione non ci “servono”.
Allora come ha fatto a scovarle?
Le ho conosciute al parco delle Rimembranze di Modena: i servizi sociali mi avevano detto che le avrei potute trovare lì ogni domenica. Ma non mi sono limitato a questo. Volevo raccontare anche i ricordi della vita di prima, che continuamente riaffiorano nei loro racconti. E così ho seguito Franca nel suo viaggio di ritorno in Ucraina.
E cosa ha scoperto?
Ho indagato i tanti perché della sua scelta: le difficili condizioni delle economie post comuniste, le disparità tra i salari e i prezzi che ormai hanno raggiunto livelli occidentali e la forza di volontà di una donna che a sessant’anni, invece di andare in pensione, decide di emigrare per sopravvivere e mantenere la famiglia.


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