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Le bugie di Carta: ovvero i guasti dell’ideologia

Replica di Riccardo Bonacina ad un articolo apparso su Carta

di Riccardo Bonacina

Sullo scorso numero di Carta è apparso un velenoso articoletto a firma Daniele Barbieri. Occhiello ?L?Eni e il settimanale Vita?. Titolo: ?Sangue, sponsor e bugie?, in cui si sostiene che i redattori di Vita, che alle iniziative di responsabilità sociale dell?Eni avevano dedicato 25 righe sul n. 49, ignorano che Eni-Agip ha sostenuto la dittatura militare nigeriana e fu accusata a livello internazionale quando venne ucciso il leader non violento Ken Saro Wiwa. Una notizia falsa che basta a Carta, per emettere una sentenza. Infatti, vi si spiega che in ultima pagina Vita ringrazia numerose imprese per l?attenzione che prestano al Terzo settore e al racconto che il nostro settimanale ne fa. «Fra i ringraziati c?è Eni», conclude il settimanale. Insomma , quelli di Vita sono venduti, se ne conclude. Ovviamente, abbiamo scritto a Carta a tutela dell?onorabilità della nostra testata e del nostro lavoro giornalistico visto che l?articolo in questione non solo non ha nulla a che fare con l?etica, ma è addirittura un?offesa alle più banali e riconosciute regole deontologiche del giornalismo. L?articolo citato dal Barbieri compariva nella pagina settimanale di EF dedicata al tema della responsabilità aziendale, in cui ogni settimana si fa il punto di quanto fanno le aziende in Italia e nel mondo in termini di policy sociale. Noi di Vita, infatti, pensiamo che tutto ciò che si muove nella direzione di una maggiore responsabilità delle multinazionali e delle aziende vada raccontato e incoraggiato. Ma quel che è grave, è che il Barbieri per spargere veleno riesuma una notizia vecchia per poi manipolarla: la tragica esecuzione per impiccagione di Ken Saro Wiwa avvenuta sei anni fa (novembre 1995). Lo scrittore nigeriano si era battuto per la salvaguardia dei fiumi e delle foreste contro l?aggressività di una compagnia petrolifera, e per questo fu condannato a morte da un regime feroce e feudale. Quella compagnia petrolifera però non era l?Eni, ma la britannica Shell. E fu proprio la Shell a essere, giustamente, messa sul banco degli imputati a livello internazionale. Ma che importa al Barbieri delle notizie vere e dei contenuti del nostro articolo? Una notizia vecchia e falsa serve al suo scopo: la diffamazione del nostro lavoro. Sappiamo che Vita, essendo un settimanale plurale, è un concorrente scomodo in un disegno politico egemonico sulle organizzazioni della società civile. Discutere di pubblicità, di etica e di libertà nell?informazione è questione troppo seria, probabilmente, per Carta e per chi è abituato a far politica (e dalla politica è assistito) e non un giornalismo indipendente. A tal proposito, dedicato a Carta, ripubblichiamo una foto durissima contro il gruppo Eni. Era apparsa solo il numero precedente quello citato dall?articoletto menzognero di Carta, accompagnato da una notizia altrettanto dura. Insomma, rassegnatevi, su Vita troverete notizie, l?ideologia ve la lasciamo tutta.


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