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LEFEBVRE. La Chiesa: Williamson ritratti.

Una nota della Segereteria Vaticana chiarisce i rapporti della Chiesa con i Lefebvriani ridimensionandone il ruolo e chiedendo loro, per un reintegro effettivo, di prendere le distanze da tesi negazioniste o revisioniste.

di Lorenzo Alvaro

Dopo le dichiarazioni di Angela Merkel che ha sollecitato il Papa ad una posizione più netta sul caso Williamson e più in generale in tema di negazionismo, la Santa Sede non ha esitato a pronunciarsi  con una nota della Segreteria Vaticana che recita «Il Vescovo Williamson, per una ammissione a funzioni episcopali nella Chiesa dovrà anche prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah, non conosciute dal Santo Padre nel momento della remissione della scomunica». Aggiungendo che «lo scioglimento dalla scomunica ha liberato i quattro Vescovi da una pena canonica gravissima, ma non ha cambiato la situazione giuridica della Fraternità San Pio X, che, al momento attuale, non gode di alcun riconoscimento canonico nella Chiesa Cattolica» per chiarire alcuni punti controversi della situazione venutasi a creare dopo la revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani. Una delle questioni aperta, discussa anche all’interno della Chiesa e in vari episcopati, è appunto la situazione giuridica. «Anche i quattro Vescovi – conclude la nota – benchè sciolti dalla scomunica, non hanno una funzione canonica nella Chiesa e non esercitano lecitamente un ministero in essa».


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