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L’incubo di Darwin

di Joshua Massarenti

Dalla distruzione delle risorse ittiche del Lago Vittoria, nasce un film mataforico sugli effetti collaterali della globalizzazione

Tutto ha inizio negli anni Sessanta con un esperimento scientifico: l’introduzione di una nuova specie di pesce nel Lago Vittoria, il pesce persico (Nile perch), che in brevissimo tempo si moltiplica,  portando all’estinzione di quasi tutte le razze ittiche locali presenti nel lago e causando uno sconvolgimento socio-ambientale in tutta la regione.


Non importa se la fauna lacustre viene stravolta, le multinazionali hanno scoperto un tesoro che va sfruttato fino in fondo per soddisfare una clientela globale. Manco a dirlo, enormi cargo ex sovietici atterrano ogni giorno nella zona per caricare il pescato quotidiano e scaricare altre merci ben più preziose, le armi, dirette in altre zone dell’Africa e prevalentemente al sud.

Hubert Sauper, regista francese racconta nel suo documentario “L’incubo di Darwin” come è venuto a conoscenza di tali traffici e di come abbia avuto origine la sua inchiesta.  Durante le riprese di un altro documentariosulla storia dei rifugiati in Congo, Sauper scopre che in un aeroporto, un volo cargo proveniente dall’America, atterra con un carico di 45 tonnellate di piselli, destinati a nutrire i rifugiati dei vicini campi delle Nazioni Unite, mentre un  secondo cargo decolla verso l’Europa, carico di 50 tonnellate di pesce fresco. Fino a qui, nulla di strano. Grazie alla conoscenza con alcuni piloti russi, Hubert scopre che però non si trattava solo di commercio di pesci e piselli, ma i cargo carichi di aiuti umanitari in realtà trasportavano anche armi destinate alla stessa regione. Così egli stesso racconta: “i rifugiati sfamati di giorno con i piselli, di notte venivano massacrati con le armi trasportate sullo stesso aereo. Al mattino, con la mia piccola videocamera, scoprivo con orrore nella giungla cadaveri e campi devastati”.

Nell’incubo di Darwin, camera in pugno, Saubert ci mostra una realtà diventata spietata dopo l’introduzione del pesce persico: la popolazione locale ha dovuto far fronte a molteplici morti (quelle dei pescatori) che provocano un incremento della prostituzione (le vedove cercano di sfamare in ogni modo i figli) e una conseguente diffusione dell’HIV e dell’AIDS. Ma mentre qui la miseria e la fame dilagano e le malattie si estendono in maniera impressionante, nel resto del mondo arrivano costosissimi filetti di parca.

 

Domanda d’obbligo: solo i  migliori sopravvivono? La forma definitiva delle società del futuro sembra essere quella della ‘democrazia dei consumatori’, che viene considerata come ‘buona e civilizzata’. Dunque, spiega Hubert, dal punto di vista Darwiniano ha trionfato il ‘sistema buono’, che ha vinto grazie alla capacità di convincere i suoi nemici oppure di eliminarli.

Il film verrà distribuito in Italia dalla Mikado Film. Uscita prevista nelle sale: il 10 marzo.

 


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