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Editoriale

Non riduciamolo a mera testimonianza di bene, il volontariato è linfa democratica

Si è aperto ufficialmente l’anno di Trento capitale del volontariato europea e italiana. Un’occasione che deve servire e ripensare al ruolo dell’attivismo sociale e civile nelle nostre comunità. A partire dalle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

di Stefano Arduini

presidente repubblica volontari

Davanti a vigili del fuoco e scout, ad alpini e rappresentanti delle 6.510 associazioni trentine, il presidente (in tutto 2.500 persone riunite nel T quotidiano Arena) Sergio Mattarella ha inaugurato l’anno di “Trento Capitale europea e italiana del volontariato”. Qui potete ascoltare l’audio del suo intervento. 

Oltre a lui sono intervenuti il sindaco di Trento Franco Ianeselli, quello di Leopoli Andrij Sadovyj, il presidente della provincia Maurizio Fugatti, Gabriella Civico, direttrice del Cev (Centro europeo del volontariato), Chiara Tommasini, presidente di Csvnet, la rete dei centri di volontariato italiani e tre volontari trentini: Anna Maria Minotto, in rappresentanza di quei volontari che aderiscono a Pronto Pia, una rete solidale a sostegno delle persone anziane, Luca Bronzini, coordinatore della scuola di italiano per stranieri Penny Whirton attiva da qualche anno al convento dei Cappuccini e Serena Endrizzi, presidentessa dell’associazione Intrecciante, progetto calcistico di integrazione multietnica nato tra i ragazzi richiedenti asilo dell’Africa subsahariana. 

I tre volontari invitati a salire sul palco Anna Maria Minotto, Luca Bronzini e Serena Endrizzi

Importanti le parole del Capo dello Stato, salutato all’ingresso da un’ovazione e spesso interrotto dagli applausi. 

Segnalo in particolare questo passaggio: “(I volontari sono) persone che danno fiducia. Non soltanto espressioni di testimonianza, ma persone amiche che, concretamente, rimarginano ferite, per restituire a ciascuno la sua umanità. Energie di grande valore e di grande vigore, grazie alle quali ci siamo sentiti e ci sentiamo più comunità. Il volontariato esprime una visione del mondo. Quella della indivisibilità della condizione umana. Il famoso “I care”, “mi riguarda”, fatto proprio da don Milani e da Martin Luther King. Una visione che pone in primo piano la persona, l’integralità della sua vita, il suo pieno diritto a essere parte attiva della comunità”.

E ancora: “Abbiamo bisogno di solidarietà, di esprimerla e di riceverla, per sentirci parte di una comunità e della sua storia che va avanti. La solidarietà, peraltro, è una pietra angolare degli ordinamenti. La nostra Costituzione la riconosce come presupposto di uno sviluppo davvero civile. Eloquente, a questo riguardo, è l’articolo 2, che dispone che la Repubblica “riconosce e garantisce” i diritti inviolabili dell’uomo, sia dei singoli sia delle formazioni sociali, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale.

La realtà del volontariato svolge un ruolo, insieme, di sentinella e di spinta di questo principio costituzionale. Rappresenta un pilastro anche della nostra civiltà europea”.

Il messaggio è chiaro: considerare i milioni di persone che svolgono attività volontaria al servizio degli altri solamente come una sorta di “esercito del bene” significa ridurre e marginalizzare un fenomeno che è linfa vitale per la nostra società e la nostra democrazia. In questo senso il pensiero di Mattarella è radicale. Il volontariato è strumento essenziale di costruzione di buone relazioni, è strumento capace di includere, fare comunità, generare pace. I volontari non sono i “buoni”, i volontari sono i “capaci”. Dice Mattarella: “Le insufficienze dell’Europa, le carenze che vanno talvolta a scapito dei cittadini, dipendono il più delle volte proprio da un difetto di solidarietà”. 

Trento capitale ci dà un’occasione da non mancare: aprire un vero dibattito pubblico su come valorizzare le pratiche volontarie che come abbiamo raccontato in un numero di VITA magazine stanno cambiando e si stanno trasformando. 

Chiudiamo con le parole di Luca Bronzini, coordinatore della scuola di italiano per stranieri Penny Whirton: “Vediamo centinaia di persone migranti giungere a Trento, vediamo troppe persone dormire in strada. Sentiamo una grande energia derivante da questo mondo, ma sentiamo anche una profonda iniquità, sentiamo come umanamente insopportabile ostacolare i progetti di vita di queste comunità. Ci attendiamo un maggiore impegno da chi è istituzionalmente preposto a dare risposte a questa domanda di inclusione”. Il volontariato indica una strada. La politica non si volti dall’altra parte. 

Qui trovate la serie di podcast curata da Giampaolo Cerri sulla storia d’Italia, riletta con le lenti dei volontari: “Storie di volontari, storia d’Italia”.

Le foto sono di di Pierluigi Cattani Faggion per Ufficio stampa Comune di Trento.


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