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Perché Inland Empire

di Luca Doninelli

“Inland Empire” è il titolo di un film (l’ultimo, per adesso) di David Lynch. So che interpretare i film di Lynch è difficile, e che secondo molti “Inland Empire” non è altro che una presa in giro: in realtà non avrebbe alcun significato. La mia opinione è un po’ diversa. “Inland Empire” è innanzitutto la storia di un film che è il remake di un altro film che a sua volta non poté essere realizzato perché i due protagonisti furono uccisi in un’oscura vicenda criminale. Così i personaggi di quel film rimangono prigionieri degli studios, come anime inquiete, e lo saranno fino a che qualcuno non completerà l’opera. La protagonista del film – interpretata da una grande Laura Dern – dovrà attraversare non solo la storia narrata dal film ma anche il destino degli attori dell’altro film, assumerlo su di sé fino a sperimentare in qualche modo anche lei una specie di morte fisica, fino alla liberazione finale: grazie a lei i personaggi riacquistano vita.

Il titolo di questo blog s’ispira al film di Lynch anche se l’argomento del blog sarà soprattutto il Romanzo. Sto scrivendo (la cosa va un po’ a rilento perché è un lavoro lungo e perché nessuno me lo finanzia) il libro della mia vita. E’ un lusso che sto pagando caro, ma non intendo rinunciarvi. Credo si tratti di un romanzo, ma non ne sono sicuro. Mi sto accorgendo che il Romanzo non ha un codice vero e proprio, non separa con sicurezza le cose da escludere e quelle da includere.

Ecco, dunque, il contenuto del mio blog. Raccontare la formazione del romanzo, la sua officina attraverso la mi esperienza personale e, al tempo stesso, fare una scorribanda tra i romanzi odierni, o tra quelli che amo di più, alla ricerca di qualche compagno di cammino. L’impresa riuscirà se io per primo saprò sorprendermi.

“… Il soggetto scrivente subisce una pressione sociale che vorrebbe condurlo (ridurlo) a gestire egli stesso la propria opera ripetendola. Questo è il ron ron che dev’essere interrotto. (…) Di fronto al ron ron della gestione, si aprono due strade: 1) o il silenzio, il riposo, il ritiro; 2) o riprendere il cammino in un’altra direzione, ossia dare battaglia, investire, piantare, con il ben noto paradosso: “Passi ancora costruire, ma piantare!, alla mia età!” (La Fontaine).” (R. Barthes, La préparation du roman, trad. mia)


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