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Qui Bruxelles: come sopravvivere agli eurocrati

Le istituzioni/ Il cuore dell'Europa fra melting pot e divisioni

di Luca Jahier

Bruxelles, la capitale dell?Europa è un vero e proprio sovrapporsi di tante città diverse, di straordinarie opportunità ma anche di contraddizioni, che ci dicono ancora il peso della storia e della complessità di questo continente. Per molti Bruxelles è soprattutto il quartiere europeo, quello che tra il parco del Cinquantenario, il roundpoint Schuman e la place du Luxembourg racchiude le principali sedi delle diverse istituzioni europee. è il luogo diventato noto per le immagini dei vertici internazionali, tra il palazzo Justus Lipsius del Consiglio e il rinnovato Berlaymont, sede della Commissione europea. Arrivando all?aeroporto internazionale di Zaventem si è inizialmente un po? sconcertati dal fatto che la maggior parte dei servizi vengano offerti prevalentemente in fiammingo (una della due lingue ufficiali del Belgio) e in prima battuta appare strano scendere nella capitale d?Europa, salire sul treno che collega l?aeroporto alla città con un servizio ottimo e sentire spesso gli avvisi solo in questa lingua simile all?olandese, mai in inglese. Ma quando scendi nel quartiere europeo presto tutto si dimentica: qui è davvero la babele delle lingue di tutta Europa: le 20 lingue dei 25 paesi già aderenti, ma anche quelle dei paesi candidati e di altri che sperano di esserlo presto. Le strade pullulano di persone, tutte con un cartellino al collo: è il passi, per entrare e uscire nei diversi palazzi, e senti questa incredibile cacofonia di lingue, che non sai se ritenere una babele o un mistero che alla fine si ricompone. Questa non è davvero Bruxelles. La sera ritrovi queste persone, siano essi funzionari delle istituzioni, collaboratori, interpreti (metà circa del personale europeo) o lobbysti, nei tanti ristoranti della zona. Se hai voglia di perdere un po? di tempo (soprattutto in primavera e in estate le serate hanno più luce che da noi) nei parchi della zona, la spianata militare del Cinquantenario, il parco Leopoldo o la piazza Ambiorix, eccoli pieni di famiglie e di bambini, di anziani e di donne? ma queste ultime sono velate, e la lingua segue le mille variazioni dei dialetti arabi. Ti sembra incredibile, ma le tante viuzze che si dipartono dal cuore dei palazzi dell?Europa o sono uffici, o sono dei piccoli loft affittati a prezzi carissimi a chi a Bruxelles ci viene a lavorare per sei mesi in un anno, oppure sono abitate da immigrati extracomunitari, quelli che lavorano nei servizi e che mandano avanti la città. Se poi affitti una casa, ti imbatti subito in un?altra babele, quella delle regole diverse da quartiere a quartiere, a cominciare dalla raccolta dei rifiuti. Eh sì, perché Bruxelles è una piccola città di 22 Km quadrati, che conta solo 135.000 abitanti, ma è anche una Regione Capitale con meno di un milione di abitanti, composta da 19 municipalità e da tre rispettive autorità (due incaricate di gestire gli affari delle rispettive comunità linguistiche francese e fiamminga e l?altra quelli comuni e di interesse nazionale belga). Le istituzioni pubbliche della città sono infatti di una complessità strabiliante. A Bruxelles sono ufficiali due lingue: fiammingo e francese, ma di fatto prevale di gran lunga il francese, mentre la gran parte delle proprietà immobiliari sono fiamminghe, cosa che spiega il generale stato di fatiscenza degli edifici, in particolare delle splendide Maisons de Maitre che rendono speciale lo spazio urbano di questa come di molte altre città delle Fiandre. Gli edifici di Victor Horta, sommo maestro del Liberty in Belgio, sono i più famosi: alcuni sono stati trasformati in musei e possono essere visitati. Un vero gioiello lo potete osservare proprio nella piazza Ambiorix: è la casa di fianco alla sede di Concord, la piattaforma delle ong europee di sviluppo. A Bruxelles si può sopravvivere, tra una riunione e l?altra, tra un viaggio e una missione. Sapendo che da un lato si è davvero nel cuore dell?Europa, a un?ora e venti di treno da Parigi, a poco più da Amsterdam, a un?ora da Aquisgrana, a poco meno di due ora da Londra, via tunnel. Eppure si vive in una regione attraversata dal germe devastante della divisione tra le due comunità (vallona e fiamminga, rimettendo in moto rancori e asti di secoli), che aumenta di fatto la distanza tra la città europea, la città degli immigrati extraeuropei e quella dei residenti originari. E così, mentre nel quartiere europeo si cercano ogni giorno ragioni per unire, pur rispettando le autonomie di ciascuno, nella stessa regione vi è chi cerca di dividere una piccola comunità nazionale. E poi vi sono gli immigrati extracomunitari, che tentano di trovare il loro spazio, magari finendo con l?essere l?unico ponte reale tra queste due logiche.


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