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Sostenibilità sociale e ambientale

Qui il clima si fa caldo

Siccità, uragani, scioglimento dei ghiacci... Nessuno sa se l’effetto serra esiste davvero, ma il riscaldamento globale è un dato di fatto. E nessuno fa nulla. Anzi...

di Cristina Giudici

La siccità in Africa? Colpa del riscaldamento globale e dell?effetto serra. Gli uragani in Bangladesh? Colpa del riscaldamento globale e dell?innalzamento degli oceani. Le politiche ambientali Onu? Una farsa orchestrata dai Paesi industrializzati che non vogliono ridurre il consumo energetico e pagano fior di professori universitari per mentire all?opinione pubblica. Guido Visconti, docente di fisica dell?atmosfera all?Università dell?Aquila, non risparmia nessuno. Membro del Ipcc (l?organismo Onu per il cambiamento del clima) e climatologo fra i più stimati, Visconti accusa i Paesi ricchi di irresponsabilità e descrive scenari apocalittici dove a pagare non sarà solo il Terzo mondo. C?è una connessione fra tutte le catastrofi ambientali cui assistiamo negli ultimi mesi? È difficile dirlo, c?è molta confusione al riguardo. È falso, per esempio, che l?Amazzonia sia il polmone del mondo, mentre in casi come la siccità in Africa o gli uragani in Bangladesh, è probabile che essi siano provocati dal riscaldamento globale e dall?effetto serra. L?aumento della temperatura e lo scioglimento dei ghiacci comportano infatti una maggiore quantità di vapore acqueo nell?atmosfera, un riscaldamento e innalzamento degli oceani, una maggiore frequenza e violenza degli uragani nei Paesi tropicali. Inoltre, più terre sono invase dal mare, per cui anche la penetrazione degli uragani all?interno dei Paesi aumenta in modo notevole. Così è successo nel Madagascar in febbraio, così è successo in Bangladesh nel maggio scorso. E la siccità in Africa? È attribuibile al riscaldamento globale che provoca l?estensione delle zone desertiche, eliminando i terreni circostanti al deserto. Certo, sono ipotesi, ma il problema più grave è rappresentato dalla perversa volontà dei Paesi industrializzati di mantenere i dislivelli di consumo di energia. Il riscaldamento globale è un problema che va risolto alla radice, limitando e ripartendo equamente i consumi energetici. Un cittadino occidentale consuma dieci volte più di uno di un Paese in via di sviluppo. L?Occidente deve accettare il fatto che i problemi ambientali si possono risolvere solo attraverso un drastico cambiamento delle abitudini quotidiane nei Paesi ricchi. Inoltre nei Paesi industrializzati i danni sono ammortizzati perché essi hanno le tecnologie necessarie per affrontare in maniera adeguata le catastrofi, mentre per i Paesi poveri arginare i danni è un?impresa impossibile: il loro sistema di prevenzione è nullo. Eppure qualcuno attribuisce i disastri ambientali a un cambiamento climatico globale e non all?effetto serra. Si tratta di un falso problema. Dell?atmosfera si sa veramente poco e, nella totale incertezza, l?ipotesi più credibile rimane sempre quella che il riscaldamento globale sia dovuto all?effetto serra. Inoltre lo stato di incertezza delle nostre conoscenze viene usato dai politici per dilazionare provvedimenti che sono urgentissimi. E l?agenzia Onu per il cambiamento del clima (Ipcc) che cosa raccomanda? Quasi nulla, mentre io raccomanderei di sfatare il mito dell?Onu, almeno per quanto riguarda l?ambiente. L?Ipcc è un organismo che serve a cooptare le classi scientifiche e a fornire giustificazioni ai politici. Non ha mai suggerito provvedimenti drastici e urgenti, tali da obbligare i politici a prendere provvedimenti. Il gruppo di lavoro numero 2 dell?Ipcc che lavora sull?impatto ambientale è sede di litigi furiosi fra esponenti del Terzo mondo e dei Paesi industrializzati. Su mille pagine di documento solo 40 sono dedicate al ?che fare?. Questo dà l?idea di quanto sia fuori strada quest?organismo. Le basti l?idea che la rivista scientifica più autorevole al mondo, ?Nature?, è arrivata a dire che i provvedimenti contro l?effetto serra indebolirebbero l?economia mondiale e ridurrebbero troppo i finanziamenti per la ricerca. Il premio Pulitzer Ross Gelsban nel suo libro ?Clima rovente? afferma che in America una disinformazione sistematica impedisce che l?opinione pubblica sia informata sui veri effetti dei gas serra. Sono d?accordo. Negli Usa ci sono professori sponsorizzati dall?Università della Virginia o dal prestigioso Mit (Massachussets Institute of Technology) per diffondere il falso. In Italia, come sempre, invece di lobbies agguerrite, ci sono pressappochismo e ignoranza. Abbiamo un ministro per l?Ambiente come Ronchi che invece di affrontare i problemi invoca provvedimenti velleitari come la macchinina elettrica o i parchi marini mentre non esiste un solo istituto che si occupi davvero dei problemi ambientali. Come sarà il pianeta fra 5O anni? Se non si fa niente, fra 50 anni la temperatura della Terra aumenterà di 3,5 gradi: la stessa variazione di temperatura all?inverso si è avuta nei periodi glaciali! Ci saranno terre invase dal mare, deserti che si spostano, una geografia devastata e un pianeta sconvolto.


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