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Sanità bocciata Calano ancora qualità e servizi

L’indagine in base alle segnalazioni di cittadini e pazienti.

di Marco Piazza

Sarà perché le nuove riforme hanno sempre bisogno di tempo per dare risultati (soprattutto nella Sanità italiana), sarà per colpa dell??effetto Di Bella?, ma il servizio sanitario italiano, checché ne dica Rosi Bindi, non è affaffo migliorato. Da un anno a questa parte i servizi sono peggiorati, i disservizi continuano a essere tanti e l?accesso ai farmaci è sempre più difficile. È quanto emerge dal rapporto annuale del progetto integrato di tutela (Pit) promosso dal Tribunale per i diritti del malato presentato a Rorna il 13 giugno in occasione della 18esima Giornata nazionale dei diritti del malato. Il rapporto del Pit non fa altro che raccogliere, analizzare e classificare le segnalazioni giunte dai cittadini; tutte le richieste di aiuto, le telefonate di protesta e la documentazione clinica inviata al Tribunale da maggio 1997 a maggio 1998. A un mese dalla presentazione del nuovo Piano sanitario nazionale, quello che emerge dai dati del Pit non è sicuramente uno scenario rassicurante. Per ciò che riguarda l?accesso ai servizi si registra un peggioramento del 1,86 per cento (rispetto al 1997) nella fruibilità dei servizi stessi. Un discorso a sé merita la voce ?difficoltà nell?acquisizione dei farmaci?, che vede una variazione negativa del 6,44 per cento. La seconda parte della ricerca concerne invece l?adeguatezza del servizio. Qui sono negativi anche gli indicatori che riguardano la diagnosi e la terapia (-2,17 per cento), la condizione e il funzionamento dei servizi (-0,89 per cento) e il comportamento del personale (-2,05 per cento). Interessante anche conoscere i motivi delle chiamate al Tribunale dei diritti del malato: il 48 per cento chiede orientamento, il 28 consulenza, il 12 segnalazioni e il 10 assistenza. Un commento sulla ricerca viene espresso da Giovanni Moro, il segretario nazionale del Movimento federativo democratico (che celebra in questi giorni il suo ventennale e da cui dipende il Tribunale): «I dati parlano chiaro, ma è inutile innescare polemiche. Sono convinto», afferma Moro, «che si debba soprattutto spronare tutti gli attori della politica sanitaria a fare di più, a passare dalle parole ai fatti, a sentire l?urgenza di un recupero dei cittadini nei servizi sanitari».


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