Welfare
Sociale, ecco la nuova strategia italiana
È stato registrato dalla Corte dei Conti e reso pubblico dal Governo il nuovo Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali per il triennio 2024/26. Le risorse ammontano a circa 3 miliardi di euro complessivamente. Ci sarà un servizio di affidamento familiare dedicato in ogni ambito territoriale sociale

Il 5 maggio 2025 è stato registrato dalla Corte dei Conti il decreto della ministra del Lavoro e delle Politiche sociali di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze del 2 aprile 2025, con il quale viene adottato il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali per il triennio 2024-2026.
Il Piano comprende sia il Piano sociale nazionale 2024-2026, sia il Piano nazionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà 2024-2026. Il primo costituisce l’atto di programmazione delle risorse afferenti al Fondo nazionale per le politiche sociali, il secondo va a programmare le risorse afferenti al Fondo povertà e individua, nel limite di tali risorse, lo sviluppo degli interventi e dei servizi rivolti ai beneficiari dell’Assegno di inclusione. Sono definite anche le priorità per l’utilizzo delle risorse del Fondo povertà dedicate agli interventi e servizi in favore di persone in condizione di povertà estrema e senza dimora.
Il Fondo nazionale politiche sociali vale 1.192.551.943 euro e il Fondo povertà vale 1.812.798.310 euro, per un totale nel triennio di circa 3 miliardi di euro (3.005.350.253). Il Piano non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma è già disponibile per la consultazione.
I principi ispiratori
Bello il capitolo sui principi ispiratori. Effettività, trasparenza e accountability; Responsabilità condivise; Supportare e potenziare l’integrazione tra le politiche pubbliche; Rafforzare l’infrastruttura dei servizi; Semplificazione per la programmazione e gestione degli interventi; Intercettare e accompagnare i territori più fragili; Attenzione alla fragilità relazionale ed economica; Opportunità di integrazione, promozione e benessere; I beneficiari da assistiti ad attori sono “i fari” dichiarati del Piano. Ampio spazio – come già scritto – è dedicato al Principio di sussidiarietà, ai patti di collaborazione, alla co-progettazione e al ruolo degli Ets.
L’attesa risposta sui care leavers
Il Piano conferma che «a valere sul PN Inclusione si darà continuità alla Sperimentazione nazionale di interventi in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria» e afferma che «la sperimentazione con i suoi dispositivi è un modello replicabile anche per i ragazzi e le ragazze che arrivano alla maggiore età con un provvedimento di affidamento al servizio sociale senza la previsione di un allontanamento, ovvero nei casi in cui gli elementi di vulnerabilità e inadeguatezza del nucleo di appartenenza non conducono a un progetto alternativo per bambini e ragazzi. Si tratta di un target non meno fragile attorno al quale il servizio potrà costruire un percorso di accompagnamento all’autonomia da progettare prima del compimento della maggiore età».
Scarica qui il Piano integrale.
In apertura, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone. Foto di Fabio Cimaglia/Sintesi
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