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Venezia sarà più bella e accessibile. Sul ponte di vetro

Un ascensore trasparente trasporterà i disabili in laguna. Un’insperata vittoria di Franco Bomprezzi (di Barbara Favaron).

di Redazione

Una vittoria del buon senso, che non è la sconfitta di nessuno, perché nessuno voleva creare danni alle persone con disabilità”. Non nasconde la soddisfazione il giornalista Franco Bomprezzi, che ha lanciato e condotto la battaglia mediatica affinché il quarto ponte sul Canal Grande a Venezia, ideato dall?architetto spagnolo Santiago Calatrava e oggi in costruzione, fosse realmente accessibile. A tutti. Una battaglia di civiltà vinta ora che il sindaco veneziano Paolo Costa ha ufficializzato la scelta, da parte dello stesso Calatrava, di una delle proposte alternative dei progettisti italiani: un ascensore inclinato, trasparente, che andrà dalla base alla sommità del ponte destinato a unire, entro il 2004, piazzale Roma con il quartiere di Cannaregio. Nonostante gli scalini, quindi, anche le persone con disabilità motoria potranno ammirare lo scorcio di Venezia che si godrà da lassù. “Ricordo ancora”, sottolinea Bomprezzi, “che il sindaco Costa ci chiese una proposta fattibile in alternativa al previsto servoscala, lento e umiliante: allora buttai lì l?idea dell?ascensore obliquo”. La ?questione ponte? era stata sollevata in prima battuta nel gennaio 2002 dall?editorialista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella; fu poi ripresa da Bomprezzi dall?inizio della sua gestione del portale www.superabile.it, e rilanciata da molte testate nazionali, dall?Espresso a Famiglia Cristiana. È seguita poi, nel novembre scorso, una petizione lanciata dai progettisti dell?Hb Group di Milano e sottoscritta da firme di tutto il mondo, anche grazie all?accorato tam tam di Shirley Confino-Rehder, designer americana che vive in Italia. Tanti tasselli uniti dal ?collante Bomprezzi? e dalla sua squadra, che hanno portato al cambiamento in corsa dell?idea iniziale del ponte. Una vera e propria svolta epocale che l?architetto Elaine Ostroff, promotrice del movimento dell?Universal Design, già prevede di presentare come caso esemplare negli Usa. In prima linea pure le federazioni delle associazioni di disabili, Fish e Fand, che hanno sottoscritto l?impegno e le proposte dei progettisti. “È una grande vittoria”, esulta Pietro Barbieri, presidente della Federazione italiana per il superamento dell?handicap. “Mi auguro che il ministero per le Infrastrutture tenga conto di un esempio tanto eclatante per il futuro”. Concorda Tommaso Daniele, presidente della Federazione delle associazioni nazionali dei disabili: “È passato il nostro messaggio più forte”, sottolinea Daniele. “Progettare per tutti, fin dall?inizio, è più agevole e più economico”. Barbara Favaron


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