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Anche gli studenti hanno diritto alla loro privacy

Una misura che nasce anche alla luce dei sempre più frequenti folli gesti di giovani studenti delusi dai risultati scolastici.

di Redazione

Obbligo di preventiva comunicazione per gli studenti respinti agli esami di Stato: meglio sapere prima e tra le mura di casa l’esito negativo della prova piuttosto che leggerlo contemporaneamente ai compagni sui quadri della scuola. Una misura che nasce anche alla luce dei sempre più frequenti folli gesti di giovani studenti delusi dai risultati scolastici. Lo ha deciso Giuseppe Fortunato, difensore civico della Campania, insediatosi da un mese dopo 14 anni di assenza di un ombudsman nella regione. Con un decreto firmato lo scorso 30 giugno Fortunato invita, infatti, i Provveditori agli Studi di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno ad “adottare o far adottare alle competenti amministrazioni delle scuole idonee modalità di comunicazioni preventive dell’esito negativo delle prove per il conseguimento del diploma di scuola superiore”. Tutto nasce, spiega l’avvocato Fortunato, a seguito di un ricorso presentato dall’Associazione Prima Napoli dove veniva richiesto “l’obbligo di informazione riservata ed esclusiva delle risultanze scolastiche da parte del corpo docente verso i genitori”, in virtù della legge sulla privacy. Su tale aspetto, il Garante però ritiene non vi sia una violazione delle norme sulla riservatezza con la pubblicazione dei quadri. «Comunque – sottolinea il difensore civico – esiste un problema, come dimostrano i casi dei due ragazzi suicidatisi in giugno ad Ischia». Per questo motivo, Fortunato ha preferito rinviare la pronuncia sulla fondatezza del ricorso ma ha accolto l’aspetto del disagio che un esito negativo può provocare negli adolescenti, soprattutto per la forte connotazione di inserimento sociale che queste prove assumono. Con il decreto si mira, pertanto, a far fronteggiare la vicenda nel modo migliore al giovane respinto. Sulle modalità della preventiva comunicazione, saranno i Provveditori agli Studi a decidere. «Sarebbe preferibile – aggiunge Fortunato – una volta approvate le risultanze e comunque prima della loro pubblicazione».


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