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Carcere: triplicati i suicidi rispetto a 10 anni fa

Una ricerca di "A buon diritto, Associazione per la libertà" denuncia un forte incremento dei suicidi fra i detenuti

di Redazione

Il carcere miete il triplo delle vittime rispetto a un decennio fa. Il quadro che emerge da uno studio condotto da “A buon diritto, Associazione per la libertà” e da Luigi Manconi è desolante. Questi i dati del dossier pubblicato oggi su Repubblica. Nel 2000 i suicidi dietro le sbarre sono stati 65, con una popolazione carceraria di 53.322 persone. Settanta detenuti invece si sono tolti la vita nel 2001, quando in prigione vivevano 55.193 individui. L’anno scorso, quindi, il tasso di suicidi ogni diecimila detenuti è stato pari a 12,7 a fronte dello 0,67 ogni diecimila cittadini liberi. I detenuti in attesa di rinvio a giudizio, con 36 suicidi negli ultimi due anni, e quelli condannati con sentenza passata in giudicato, 57 suicidi in 24 mesi, sono le categorie carcerarie più a rischio. Nel 1990 si sono tolti la vita 23 carcerati. Nel 2001 questo dato è più che triplicato. La gran parte dei suicidi avviene entro il primo anno di reclusione e sono i più giovani a ricorrere a questo estremo rimedio: il 53% dei suicidi ha meno di 35 anni e oltre il 15% addirittura è al di sotto dei 25 anni di età. Il metodo più utilizzato è l’impiccagione. I detenuti che si tolgono la vita molto spesso, oltre il 16% dei casi, è in prigione per reati legati alla dipendenza da droga o è stato condannato per ricettazione, rissa o guida senza patente. Molto difficilmente, infine, chi sta scontando una pena per reati gravi come omicidio, associazione mafiosa o violenza sessuale ricorre al suicidio.


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