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Don Benzi alla Camera boccia il ddl sulla prostituzione

Nell'audizione di ieri, il presidente della Papa Giovanni XXIII ha espresso la sua contrarietà al testo proposto dal governo: "Offende la dignità umana"

di Benedetta Verrini

Ieri l’associazione Papa Giovanni XXIII è stata ascoltata presso la Commissione giustizia della Camera sul ddl governativo C. 3826, sulle modifiche da apportare alla legge famosa legge Merlin (20 febbraio 1958, n.75). In una nota, don Oreste Benzi ha sottolineato la sua assoluta contrarietà ai passaggi del ddl che eliminano il reato di favoreggiamento per i casi di chi “esercitando esso stesso la prostituzione, si sia attivato, senza alcun fine di profitto o di lucro, per prestare assistenza nei confronti di un altro soggetto esercente la medesima attività” e per i casi di locazione di immobili in cui si esrcita la prostituzione. “La convenzione dell’Onu adottata dall’Assemblea delle Nazioni unite con risoluzione 317 (IV) del 2 dicembre 1949, entrata in vigore il 25 luglio 1951, è stata resa esecutiva in Italia con legge 23 Novembre 1966 n.1173” spiega don Benzi, “Nel preambolo afferma solennemente: “La prostituzione e il male che l’accompagna, vale a dire la tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione, sono incompatibili con la dignità ed il valore della persona umana e mettono in pericolo il benessere dell’individuo, della famiglia e della Comunità”. All’art. 2, essa invita a punire qualsiasi persona che: conceda o preda in affitto, in tutto od in parte, un immobile o un altro luogo ai fini della prostituzione altrui”. “Il Disegno di legge ?Fini, Prestigiacomo, Bossi?, calpesta questo reato che l’Italia, aderendo alla convenzione ONU, si è impegnata a combattere” sottolinea il sacerdote. La Merlin, infatti, fa divieto assoluto di favorire in qualsiasi modo la prostituzione. “Questo ddl” prosegue don Benzi, “calpesta il reato di favoreggiamento e favorisce il favoreggiamento. La prostituzione è un male in sè ed è accompagnata da altri mali, non può mai essere regolamentata o favorita. Come il furto non può essere regolamentato ma va solo rigettato, perchè è un male in se stesso, così la Prostituzione va rigettata perchè è un male in sè”. “La stessa On. Prestigiacomo afferma nel resoconto commissione giustizia del 30/07/03, che la prostituzione anche se frutto di una scelta personale è incompatibile con i valori della persona umana. La Carta dei diritti fondamentali della persona umana dell’unione europea all’art.1 sancisce che la dignità della persona umana è inviolabile e pertanto va tutelata. Il disegno di legge in esame calpesta la dignità della persona umana, la dignità della donna che è il bene dell’umanità”. “La nostra proposta è che venga eliminato l’art.6 bis” conclude il sacerdote. “Il resto della legge può essere accettato con qualche modifica a favore delle vittime, perchè tali sono sempre le donne sfruttate. Auspichiamo che avvenga in Italia quanto è avvenuto in Svezia, la proibizione cioè dei rapporti sessuali a pagamento. Il Governo Italiano, il Parlamento Italiano, non possono commettere il delitto di legalizzare con questo progetto di legge la prostituzione, togliere reati di favoreggiamento, permettere che i criminali trionfino in Italia sfruttando le donne che per il 40% arrivano in Italia sono bambine”. “Non possono permettere la vergognosa riapertura in forma camuffata le case chiuse, non possono cancellare più di 50 anni di conquiste a riguardo della dignità delle donne, non possono permettere ai criminali di dare in affitto i loro appartamenti alle loro vittime. Non ci aspettavamo questo tradimento da parte di questo Governo”.


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