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Molise un anno dopo. 56 Mln di euro spariti

Anteprima dell'inchiesta di Vita. A un anno dalla tragedia: tantissimi quattrini raccolti sì, ma mai consegnati né, tantomeno, utilizzati. La proposta di Vita sarà discussa a San Giuliano

di Redazione

Molise un anno dopo, mancano 56 milioni di euro Cento milioni di euro. Sono questi i soldi che gli italiani hanno donato per il terremoto del Molise, la tragedia che commosse il mondo intero e che vide 26 bambini (e un?insegnante) sepolti sotto la scuola Jovine di San Giuliano di Puglia. E? la stima, sicuramente per difetto, che fa il settimanale Vita in edicola da domani. Nella sua inchiesta Vita ha trovato traccia di 44 milioni di euro. Ma c?è di più, di questi solo una parte sono già stati destinati. (?) Troppo soldi non ancora spesi: il caso Di Pietro A un anno dalla tragedia emerge un dato chiarissimo: tanti, tantissimi quattrini raccolti per il Molise si trovano ancora lontani dalla regione, depositati chissà dove. Raccolti sì, ma mai consegnati né, tantomeno, utilizzati. Una constatazione che induce quantomeno a raddoppiare la cifra dei 44 milioni accertati, quindi di ipotizzare almeno 100 milioni di raccolta. Ricapitolando: almeno 100 milioni raccolti, 44 rintracciati, di cui 31,2 tramite le raccolte dei mass media; di questi 31,2 ne sono stati spesi 29,1; dei rimanenti 12, soltanto 3,2. Un anno dopo si traduce in queste cifre, invero poco consolanti quanto a trasparenza ed efficacia, la commozione per la tragedia di San Giuliano. Il settimanale VITA ha interpellato a questo proposito Di Pietro, il garante di una raccolta fondi che ha fruttato 70mila dollari in pochissimo tempo e gli ha chiesto Ma dove sono questi soldi? Ha risposto Di Pietro: ?In America. In mano al tesoriere del giornale ?America oggi?. I buoni e i cattivi Campioni di incasso (ma anche di trasparenza) sono state le collette organizzate dalle tv (Canale 5 e RaiUno), tramite anche gli innovativi messaggi sms. (…) Una proposta: Subito un registro delle raccolte Come evitare che possa ancora accadere che almeno 56 milioni di euro, frutto della generosità di milioni di italiani, possano sparire nel nulla senza lasciare traccia ? Sappiamo che il caso Molise è stato a suo modo eccezionale per il coinvolgimento emotivo di tutti gli italiani che, di fronte alla sciagura della scuola di San Giuliano e alle sue 26 vittime innocenti, hanno dato vita alla più grande raccolta fondi mi registrata sino ad oggi. Ma proprio per questo, la raccolta fondi pro-Molise deve pur rappresentare un punto di svolta se non vogliamo che ad occuparsi della nostra generosità e degli effettivi bisogni di chi è colpito da una calamità sia sempre la Magistratura. È possibile, per esempio, prevedere che in caso di grave emergenza nazionale, tutti coloro che accendono un conto corrente bancario o postale debbano obbligatoriamente comunicarlo a un?autorità pubblica? L?obbligo di registrazione dell?attività di raccolta fondi (presso la Protezione civile, per esempio, o all?Agenzia sulle Onlus, o presso le istituzioni locali preposte al coordinamento degli interventi, Prefettura o Regione) permetterebbe insieme di non tarpare le ali alle necessarie iniziative private e sul territorio capaci intercettare ogni desiderio di mobilitazione, e nello stesso tempo permetterebbe di tenere traccia della raccolta fondi e di chi è titolato a farla. Si tratta di una proposta semplice, di buon senso, ma se una norma simile ci fosse stata, oggi le 30 mila raccolte fondi su web e le centinaia di iniziative pro-Molise attivate le prime settimane di novembre avrebbero un nome e cognome e un risultato certo. L?inchiesta e tutti i dati conto corrente per conto corrente su Vita magazine in edicola Leggi il sommario del numero in edicola!


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