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Giornata dell’Interdipendenza: 5 impegni per una convivenza mondiale

5 impegni nella Giornata dell'Interdipendenza; Dialogo interculturale e religioso, cooperazione internazionale, libera circolazione delle persone, diritto di voto ai cittadini stranieri, accesso all

di Paul Ricard

Dialogo interculturale e religioso, cooperazione internazionale, libera circolazione delle persone, diritto di voto ai cittadini stranieri, accesso all’acqua potabile e diritto alla salute per tutti. Sono alcune delle priorita’ per una nuova convivenza mondiale fissate nella Carta Europea per le politiche dell’interdipendenza, che si firma a Roma in occasione della celebrazione della seconda giornata dell’interdipendenza. Documento proposto dal Comune di Roma, le Acli, Legambiente, Comunita’ di Sant’Egidio, Movimento focolari e Civ-World e aperto all’adesione di cittadini, politici, esponenti del mondo culturale e finanziario oltre che di organizzazioni della societa’ civile. La Carta avanza fra l’altro due proposte concrete: costituire un fondo, affidato alle Ong, contro le poverta’ del mondo formato da versamenti di cittadini italiani ed europei (si propone mediamente 400 euro l’anno ciascuno, cifra che si ritiene possa permettere il raddoppio del reddito di un cittadino dei paesi del sud del mondo); la messa disposizione, per il 2004-2005, da parte degli Stati Uniti e dell’Europa di un miliardo di euro ciascuno per la cura dell’Aids e il diritto alla salute dei paesi poveri, mentre un altro miliardo di euro sia versato proporzionalmente alla ricchezza da tutto il resto del mondo. Per i promotori della Carta, questi impegni rappresentano ”il valore etico dell’interdipendenza che si traduce in una nuova grammatica della convivenza”. La Carta europea, letta alla cerimonia della seconda Giornata dell’interdipendenza, dal presidente delle Acli, Luigi Bobba, afferma che l’impegno dell’ interdipendenza prende forma attraverso un welfare globale promosso dai paesi ricchi; una governance mondiale in funzione della pace rafforzando e democratizzando le organizzazioni internazionali (per primo luogo l’Onu); una democrazia partecipativa. Questi, nel dettaglio, i singoli ambiti dell’ impegno. – Il dovere di respingere ogni forma di violenza e il diritto alla sicurezza globale: costruire salde reti di rapporti; dialogo interreligioso e interculturale; sessione straordinaria dell’Onu per impegni precisi sul tema. – Il dovere di accoglienza e i diritti della persona migrante: libera circolazione delle persone come le merci e i capitali; diritto di asilo ai profughi anche per estrema poverta’; diritto di voto ai cittadini stranieri. – Il dovere di assicurare cibo a tutti e il diritto ad una vita dignitosa: autotassazione media di 400 euro l’anno per ogni cittadino italiano ed europeo per costituire un fondo unico, affidato alle ong, e garantito da un comitato di personalita’ autorevoli. – Il dovere di prendersi cura dei malati di Aids ed il diritto alla salute: oltre ai tre miliardi di euro (stimati dall’Oms per estirpare l’Aids), di cui devono farsi carico gli stati del mondo in base alla propria ricchezza, abbattere i costi dei farmaci. – Il dovere di tutelare l’ambiente e il diritto all’acqua potabile: sviluppare fonti energetiche rinnovabili a cominciare dal solare e dall’eolico; mobilitazione affinche’ l’Europa sostenga il diritto di ogni essere umano all’accesso all’acqua potabile, la sovranita’ alimentare, la revoca di tutti i sussidi all’agricoltura che penalizzano i paesi piu’ poveri.


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