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Lo Zar Antidroga? Adesso lo faccio io

Parla Carlo Giovanardi. «Eserciterò la delega in prima persona», spiega il ministro. Il ruolo del capo dipartimento sarà ridotto a semplice «facente funzione».

di Stefano Arduini

Stupisce sentire il ministro Carlo Giovanardi, fresco di delega alle politiche antidroga e inossidabile anticomunista, ricorrere a una metafora del dittatore cinese Deng Xiao Ping per illustrare il suo manifesto programmatico: «Non importa che il gatto sia nero, bianco oppure rosso, l?importante è che acchiappi il topo». In altre parole, «Io guardo ai risultati. Il recupero prima di tutto. Quanto ai metodi, non ho nessuna preclusione. Va bene anche il metadone. Basta che sia a scalare». Una determinazione che però si scontra con un panorama fosco. Non si può certo dire che questa legislatura abbia messo la questione dipendenze in cima alla sua agenda. Impantanato nello stagno parlamentare il nuovo testo unico firmato da Fini e rimandata sine die la Conferenza nazionale, in definitiva l?unico atto concreto è stato la costituzione del Dipartimento nazionale antidroga. Un contenitore che fino ad ora si è rivelato desolatamente vuoto (vedi box). Intanto si susseguono i gridi d?allarme. L?ultimo in ordine di tempo è contenuto nella relazione al parlamento presentata lo scorso 29 giugno. I dati, purtroppo, non sorprendono. Cresce il consumo di cannabis che fra i 15 e i 44 anni è utilizzata dal 26% della popolazione (era al 21% nella precedente rilevazione). Ma è la cocaina ad allarmare maggiormente gli esperti: il punto critico è fra i 18 e i 19 anni. Nel 2004, l?11% dei diciannovenni e il 6% dei diciottenni ha fatto uso della polvere bianca, toccando vette vicine al 25% nelle grandi città del Nord. La relazione rivela inoltre che crescono anche le problematiche psichiatriche associate ai disturbi da uso di sostanze. Il 30% dei tossicodipendenti è affetto da disturbi psichiatrici maggiori e il 59% da disturbi della personalità. Vita: Siamo ancora all?anno zero? Carlo Giovanardi: L?abbassamento dell?età dei consumatori ci dice che il fenomeno droga non è in declino. Bisogna però notare che abbiamo fatto passi in avanti almeno a livello di pensiero e oggi tutti, settore pubblico e privato sociale, riconoscono che tutte le droghe provocano danni all?organismo. Non c?è più nessuno che difenda la marijuana o lo spinello. Vita: Partendo da qui, cosa mette in testa al suo programma? Giovanardi: Una battaglia culturale per fare in modo che ai giovani non arrivino più messaggi equivoci. Mi riferisco al mondo dell?industria del divertimento e delle discoteche che non smette di organizzare maratone di 12 ore non stop. Da mezzanotte a mezzogiorno. Non è possibile seguire certi ritmi senza impasticcarsi. Se ci scappa il morto, io non mi sorprendo. Vita: Fino ad ora però i politici hanno prodotto solo fiumi di parole, ma zero risposte concrete? Giovanardi: Io ho deciso di esercitare direttamente la delega. Vita: A capo del dipartimento chi mette? Giovanardi: Un facente funzione. Al Consiglio dei ministri proporrò il nome di Raffaele Lombardo, il dirigente più anziano attualmente in carica. Vita: Carlesi se ne è andato per ?motivi personali?. Ha scoperto la vera ragione del suo addio? Giovanardi: No. Devo dire però di condividere il suo approccio dialogante con tutte le realtà sia del pubblico, sia del privato sociale. Vita: A proposito di comunità. Molte sono in crisi a causa dei crediti non riscossi che vantano nei confronti dell?amministrazione pubblica? Giovanardi: Giri la domanda alle Regioni. In materia la competenza è loro. Noi gestiamo solo il 25% del fondo ad hoc, circa 20 milioni di euro l?anno. Vita: Che ne è della legge Fini? Giovanardi: Ormai non è più pensabile approvare 111 articoli in questa legislatura. Nelle prossime settimane mi confronterò con la consulta e i gruppi parlamentari. L?obiettivo è di approvare almeno due passaggi su cui tutti concordano: evitare che chi ha già trascorso un periodo di recupero in comunità vada in carcere una volta passata in giudicato la sentenza e approvare le tabelle che per ogni sostanza stabiliscano per legge il limite all?uso personale. Vita: E la conferenza nazionale prevista per settembre a Pescara? Giovanardi: Escludo che si possa svolgere nei tempi previsti. Al dipartimento Giugno nero: avanti un altro Al Dipartimento nazionale politiche antidroga (Dnpa) non dimenticheranno tanto facilmente questo giugno 2005. Mai periodo fu più tribolato. Prima le dimissioni silenziose di Nicola Carlesi. Poi la toccata e fuga del generale del Sismi, Antonio Ragusa, la cui nomina è stata bruciata nel giro di poche ore. Adesso il cerino è nelle mani di Raffaele Lombardo, con i suoi 55 anni il dirigente più anziano del Dnpa. Giovanardi lo vorrebbe a capo del dipartimento.


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