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Carcere, piccoli garanti crescono

A livello nazionale la figura del garante dei diritti dei detenuti non esiste.

di Redazione

Siamo un?associazione che si occupa di carcerati, attiva nella provincia di Varese. In questi ultimi mesi abbiamo sentito parlare del Garante dei detenuti. Vorremmo sapere se è una figura già attiva, quali sono le sue funzioni e le possibili collaborazioni con gli enti di volontariato email firmata L?articolo 27 della Costituzione, prescrivendo il carattere delle pene come tendenti alla rieducazione del condannato, obbliga lo Stato a garantire azioni per il suo reinserimento sociale. Anche le persone private della libertà personale quindi mantengono una serie di diritti inalienabili. Quali? Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia dal 1996 al 2001, propone un breve elenco: «La socialità, l?esercizio della propria confessione religiosa, l?alimentazione, l?igiene personale, le misure alternative, i colloqui e i permessi». «Questi diritti», aggiunge, «sono scritti in leggi specifiche, il problema è che queste norme non rimangano inapplicate per inerzia burocratica o per colpevole boicottaggio». Alcuni osservatori, fra cui l?ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida, rilevano che «una figura di garanzia dei diritti dei detenuti esiste già ed è il Tribunale di sorveglianza». Un?obiezione che non convince Alessandro Margara, ex presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze: «L?indipendenza dell?ombudsman sarebbe assicurata dalla sua estraneità al sistema, al contrario di quanto avviene per il Tribunale di sorveglianza». In Italia la figura del garante nazionale non è stata ancora istituita. Un testo unificato, di cui è relatore Nitto Palma (FI), giace in un cassetto della commissione Affari costituzionali della Camera. A fronte di un sostanziale immobilismo sul fronte nazionale, a livello locale alcune amministrazioni hanno mostrato invece maggiore sensibilità, ma purtroppo non è il caso di Varese. Una Regione (il Lazio) e quattro Comuni (Roma, Bologna, Torino e Firenze) hanno reso operativa questa figura. Il comune di Nuoro da poche settimane ha avviato l?iter per la nomina, mentre la garante della Provincia di Milano, Giovanna Fratantonio, si è dimessa ad ottobre dopo poco meno di un mese di attività e Palazzo Isimbardi non ha ancora provveduto alla successione. Il garante più noto è il diessino Luigi Manconi, responsabile per i detenuti degli istituti del comune di Roma (www.garantedetenuti.it). A Bologna è stata nominata l?avvocatessa Desi Bruno (garantedirittilibertapersonale@ comune.bologna.it), a Torino, Maria Pia Brunato (mariapia. brunato@comune.torino.it) e a Firenze lo stesso Corleone (www.comune.firenze.it/ garante). Per le figure municipali si tratta di un?attività di volontariato, priva di portafoglio. «Il nostro è un ruolo da playmaker nel tentativo di costruire una rete di supporto costituita dal volontariato, da fondazioni e istituzioni territoriali, in modo che l?attenzione su questi temi rimanga alta», spiega la Brunato. Un?efficacia maggiore è invece assicurata ad Angiolo Marroni, garante nel Lazio, l?unico istituito per legge, dotato di un budget specifico (250mila euro l?anno) e, al di là del libero accesso negli istituti del territorio, di poteri reali, primo fra tutti la possibilità di convocare gli assessori regionali.


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