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L’Oms lancia l’allarme tubercolosi

E' stata illustrata oggi a Milano la nuova strategia globale contro la malattia, che potrebbe fare 35 milioni di vittime nei prossimi 20 anni.

di Chiara Brusini

Un killer silenzioso che, se lasciato senza controllo, nei prossimi 20 anni uccidera’ nel mondo 35 milioni di persone. A lanciare l’allarme tubercolosi sono gli esperti mondiali riuniti oggi all’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano, dove sono stati presentati i dati sulla diffusione della malattia nel mondo e in Italia. Nel corso dell’incontro ”Tubercolosi: un problema globale”, organizzato dall’Associazione Stop Tb Italia, sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanita’ e con il patrocinio della Regione Lombardia e della Cooperazione Italiana, sono state illustrate anche le strategie dell’Oms per combattere la malattia e arrivare all’obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero delle morti. Invertendo cosi un trend purtroppo ancora in crescita. Nonostante la tubercolosi sia una malattia curabile, nel 2004 sono state 1,7 milioni, quasi 5.000 al giorno, le persone morte nel mondo a causa della malattia, il 98% nei Paesi in via di sviluppo. I nuovi casi, sempre nel 2004, sono stati 8,9 milioni, localizzati per l’80% in soli 22 Paesi. Il record negativo su questo fronte spetta a Cina e India. Sempre secondo i dati dell’Oms, inoltre, quasi due miliardi di persone (un terzo della popolazione mondiale) sono state contagiate dal bacillo della tubercolosi. Di questi uno su dieci e’ destinato a sviluppare la malattia. In Europa nel 2003 sono stati registrati 439mila nuovi casi e 67mila morti. L’incidenza varia pero’ molto da est a ovest: se nei primi 15 paesi membri della UE solo 15 persone su 100mila sono malate, nei paesi entrati nell’Unione nel 2004 il numero e’ quasi il doppio. E ancora piu’ alto e’ il dato dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, dove l’incidenza e’ quasi di 100 persone su 100mila. Un altro fronte ”caldo” nel nostro Continente sono le metropoli: Parigi, Rotterdam, Barcellona e Londra presentano un’incidenza della tbc di 4-6 volte superiore a quella del resto dei rispettivi stati. Proprio per queste ragioni l’ufficio regionale dell’Oms per l’Europa ha organizzato per il 16 e 17 ottobre prossimi un Forum ministeriale tra i paesi dell’Unione Europea che dichiarera’ la tubercolosi emergenza sanitaria nel Vecchio Continente, e richiedera’ l’impegno formale dei Paesi europei a incrementare i fondi destinati per la lotta contro la malattia. E in Italia? Ogni anno 6mila persone si ammalano di tubercolosi e un numero sempre crescente, sia tra gli italiani sia tra gli immigrati, e’ composto da giovani. In particolare a Milano ormai da dieci anni il numero delle persone colpite da tubercolosi si mantiene sui 400 casi all’anno. E su 10 nuovi casi, 7 sono cittadini stranieri e 3 italiani. La Tbc, sottolineano gli esperti, ha anche pesanti ricadute economiche: considerando che l’incidenza della malattia e’ ancora in crescita, recenti studi macroeconomici evidenziano che un incremento annuale del numero dei malati del 10% potrebbe causare una recessione economica mondiale dello 0,2-0,4% all’anno. Dei quasi due milioni di morti del 2004, infatti, la maggior parte era composta da adulti nel pieno della loro vita lavorativa. Per far fronte a una simile emergenza l’Oms ha ideato una strategia globale di diagnosi e cura, denominata Stop Tb, che ha un costo di circa 6 milioni di dollari per anno. Stop Tb punta a ottenere un’espansione qualitativa dei Dots, ”una strategia avviata nel 1995 che consiste in un maggiore impegno dei governi, nel miglioramento degli strumenti di diagnosi, nell’utilizzo di brevi cicli chemioterapici, nella fornitura in tutti i Paesi di medicinali di qualita’ e nella creazione di un sistema di registrazione dei dati che permetta di valutare l’efficacia dei provvedimenti presi”. Inoltre, la nuova strategia globale intende affrontare in maniera piu’ specifica i casi di tubercolosi multiresistente (che non rispondono alle terapie standard) e quelli sviluppati da pazienti malati di Aids, ma anche contribuire al miglioramento del sistema sanitario dei singoli Paesi, coinvolgere nella lotta alla malattia tutti i fornitori di cure, aumentare il coinvolgimento e il potere decisionale dei pazienti e delle loro comunita’, e promuovere la ricerca. In Lombardia l’impegno internazionale nel controllo della tubercolosi e’ sostenuto grazie al contributo dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano, dell’universita’ degli studi di Brescia, della Fondazione Salvatore Maugeri di Tradate, dell’ospedale Morelli di Sondalo e dell’Istituto Villa Marelli-Niguarda di Milano.


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