Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Darfur: nuovo campo Unhcr per rifugiati ciadiani

Il nuovo campo di Um Shalaya ha una capienza di 10mila persone.

di Redazione

Nella giornata di ieri, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha trasferito quasi 500 rifugiati ciadiani dall’insicura area di frontiera tra Ciad e Sudan nella quale si trovavano, in un nuovo campo per rifugiati a Um Shalaya, nella regione sudanese del Darfur occidentale. I rifugiati si erano temporaneamente stabiliti a Habila, circa 95 chilometri a sud-est della capitale del Darfur occidentale El Geneina. Dei circa 5mila rifugiati che si trovavano ad Habila, 3.700 hanno chiesto all’Agenzia di essere trasferiti nel nuovo campo, che può ospitare fino a 10mila persone. La priorità del trasferimento verrà assegnata ad alcuni dei nuovi arrivati, in particolare ai bambini, molti dei quali soffrono di malnutrizione. Circa 3mila dei rifugiati che si trovano a Habila vivono in un wadi, il letto di un fiume prosciugato, senza acqua potabile, servizi igienici e alloggi adeguati. Dall’inizio di quest’anno, circa 13mila ciadiani sono stati messi in fuga dall’attività militare e banditesca lungo la frontiera tra Ciad e Sudan, cercando rifugio all’interno di quest’ultimo paese. Il convoglio di ieri ha trasferito 494 rifugiati ciadiani di etnia Daju, su otto camion per passeggeri e un autobus. Altri tre camion hanno trasportato gli averi dei rifugiati e quattro hanno trasportato i loro asini. L’Unione Africana ha fornito una scorta militare al convoglio, che ha impiegato sei ore per percorrere 60 chilometri. Per l’operazione di trasferimento dei rifugiati dalle località di frontiera al nuovo campo, l’Unhcr sta collaborando con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Le agenzie hanno in programma di trasferire circa 1.500 rifugiati a settimana, in tre diversi convogli con 500 persone ciascuno. Il sito nel quale allestire il campo di Um Shalaya è stato identificato in collaborazione col Governo del Sudan e si trova circa 20 chilometri a nord-est di Mornei, uno dei più vasti campi di sfollati del Darfur occidentale. Al loro arrivo nel campo, i rifugiati vengono registrati da operatori dell’Unhcr e del Comitato sudanese per i rifugiati, ricevono kit di materiali con i quali costruire alloggi individuali in due o tre giorni e razioni di cibo per un mese. Il campo ha un alto standard di acqua potabile e di assistenza medica. I servizi igienici sono già stati allestiti, sia nell’area di transito, sia in quella dove i rifugiati costruiranno i propri alloggi. Nel campo, ai rifugiati viene consentito di raggrupparsi autonomamente, in base alla famiglia o al gruppo etnico, e vengono loro assegnate aree in isolati per 12 famiglie. La maggioranza di questi rifugiati appartiene all’etnia Daju, mentre altri sono Burgo o di origine araba. Oltre ai rifugiati di Habila, altri 6-8mila rifugiati si trovano nell’area di frontiera di Gelu, circa 30 chilometri a nord-ovest di El Geneina, in 5 malridotti accampamenti e 25 comunità locali. L’Unhcr conta di trasferire questi rifugiati in due o tre settimane, ma si prevede che solo il 30 per cento di loro vorrà spostarsi nel campo, poiché molti sono ospitati da parenti o membri dello stesso gruppo tribale.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA