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Famiglia & Minori

E la legge uccise il buon senso

La bimba bielorussa contesa: così Francesco Merlo vede la vicenda di Maria. Ecco uno stralcio dalla sua introduzione al libro curato da Aibi

di Redazione

Per ispirarci al Manzoni, al buon senso cattolico o giansenista o semplicemente laico del Gran Lombardo, il senso comune della legge non deve travalicare il buon senso, non deve oltraggiare il sentimento filiale o paterno sol perché non è normato, perché è impossibile normare. Il buon senso – si lagnava appunto Alessandro Manzoni – in situazioni problematiche spesso è travolto dal senso comune. In questo libro si racconta la sconfitta del buon senso nel caso drammatico dell?orfana bielorussa Vika, da tutti noi ribattezzata Maria.

In affidamento ai coniugi di Cogoleto, Maria Chiara e Alessandro Giusto, la nostra Maria non voleva tornare nell?orfanatrofio e nel Paese dove diceva di avere subito violenze psicologiche e fisiche, accertate dalle perizie mediche. La bimba confessava di avere per ben due volte tentato il suicidio e minacciava di ammazzarsi davvero se l?avessero rimandata in Bielorussia. Non era stata rapita, come sosteneva l?ambasciatore bielorusso, ma aveva deciso, a 10 anni, di nascondersi nella piccola Cogoleto, da dove chiedeva aiuto agli italiani, ben protetta dalla giovane e coraggiosa coppia che la ama, e poi dal sindaco, dal parroco, dal paesino che l?aveva adottata. Ebbene, cos?altro doveva fare Maria per ottenere asilo in Italia? Era infatti questo che Maria chiedeva e che chiedevano i Giusto: non che si accettasse un?adozione di fatto, senza leggi e senza controlli, ma che Maria non tornasse in Bielorussia, che non fosse costretta a lasciare l?Italia.

Il buon senso avrebbe voluto che la piccola fosse stata ascoltata da qualcuno, che il suo malessere e le sue richieste fossero stati raccolti direttamente dalle sue labbra. Invece, nascosta dai genitori affidatari e protetta da un intero paese, la bambina venne condannata, ?in contumacia?, dal Tribunale dei minori di Genova a rientrare in Bielorussia, e quindi ricercata e trovata dai carabinieri in un tempo che fu un lampo nell?eterna, tenebrosa oscurità italiana, in cui tutti hanno vagato ogni volta che si è data la caccia ai latitanti, ai Totò Riina o ai Bernardo Provenzano, per esempio.

Ed è sorprendente che nel Paese delle mamme, l?intellighenzia italiana, da Massimo Cacciari ad Emanuele Macaluso, si sia schierata con la ragion di Stato e con l?astrazione legalistica, che erano entrate in conflitto con la realtà e non con l?emozione popolare e il sentimento facilone, come invece sostengono gli algidi farmacisti dell?anima.

E si dimenticò che questo Stato, scavalcando le leggi, ha saputo trattare con le Brigate rosse, con i terroristi palestinesi, allearsi con la camorra, dare asilo al terrorista curdo Ocalan, ordire con la Cia il rapimento di Abu Omar, e ancora, giustamente non rispettando l?accordo con gli Usa, liberare Silvia Baraldini. Solo contro la piccola Maria la gloriosa macchina investigativa di Stato è stata veloce ed efficacissima, solo ai danni di una bambina di 10 anni l?intransigenza non è mai venuta meno.

Abbiamo perciò assistito ad un?occupazione bi-statuale, italo-bielorussa, dell?infanzia, catturata dagli ordigni giuridici elaborati dal senso comune. Eppure buon senso vuole che non basta il candore formale della legge per arrogarsi il diritto (meglio, lo storto) di governare anche la fioritura delle fragole, la fragranza dell?efflorescenza del mandorlo, l?affettività di una bambina di 10 anni, orfana: governare con iattanza e presunzione e maltrattare con saputa sconclusionaggine; raccogliere fiori, soffocandoli allo stelo con una stretta caparbia!

Vika e gli altri

È in libreria dal 24 gennaio Maria e i bambini contesi. Oltre la vicenda di Cogoleto, il nuovo libro della collana Amici dei Bambini per àncora editrice. La pubblicazione, che ha la prefazione dell?editorialista di Repubblica, Francesco Merlo (di cui riportiamo uno stralcio qua sopra), rilegge la vicenda della bambina bielorussa che lo scorso settembre ha diviso le coscienze.


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