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Caritas: più protezione sociale contro la tratta

Un commento dell'organizzazione a una recente circolare del ministero dell'Interno

di Gabriella Meroni

La circolare del Ministero dell? Interno del 28 maggio 2007, inviata in questi giorni ai Prefetti e ai Questori, merita di essere segnalata per la prospettiva rinnovata con cui si guarda all?applicazione dell?art. 18 del testo Unico sull?immigrazione. La prospettiva del doppio binario dell?art. 18 ? giudiziario e di protezione sociale ? in questi anni ha visto, in molte Questure d?Italia, la protezione sociale delle vittime spesso sacrificata alla collaborazione di giustizia, riducendo così il permesso di soggiorno ex art. 18 ad una sorta di “premio” per coloro che collaboravano con le Forze dell?ordine e le Procure. La circolare del Ministero sottolinea, invece, come prima e prioritaria preoccupazione, la protezione sociale delle vittime: una base su cui giustamente, salvaguardando anche le vittime e i famigliari, inserire poi i percorsi giudiziari. La circolare esce in un momento in cui la discussione e il dibattito sul tema prostituzione coniugato a quello della sicurezza è particolarmente presente tra l?opinione pubblica e le Istituzioni. Se ci sono motivi esteriori che possono far pesare un tale collegamento (quiete pubblica, pulizia delle strade, buon costume…), tali motivi rimangono, però, solo l?aspetto più superficiale e banale di un problema che, anzitutto, ha bisogno di essere affrontato su almeno tre fronti: – la lotta all?immigrazione illegale – l?impegno per la cooperazione allo sviluppo nei Paesi da cui provengono la maggior parte delle vittime, destinando più risorse allo sviluppo piuttosto che ai nuovi armamenti – la lotta alla povertà in Italia e nei Paesi d?origine. Tutto questo chiede un maggior investimento da parte delle Istituzioni in programmi che rafforzino l?incontro con le vittime (unità di strada, esperienze di mediazioni di conflitti…) soprattutto attraverso la loro assistenza a cui finora sono state riservate risorse estremamente inadeguate e che, solo grazie agli investimenti delle Associazioni e degli Enti che operano sul territorio, hanno potuto portare frutto in progetti di accompagnamento sociale e di lotta alla povertà in Italia (rivedendo misure come il reddito minimo…) e in programmi di cooperazione allo sviluppo. Questo sguardo ampio ai temi della prostituzione incrocia anche la problematica più complessa della tratta e dei problemi connessi (accattonaggio, sfruttamento lavorativo, vendita degli organi, turismo sessuale…) che pure hanno bisogno di una considerazione congiunta da parte di Istituzioni e società civile. L?auspicio del Coordinamento tratta di Caritas Italiana ? la rete a cui partecipano dal 1995 USMI, CISM, Gruppo Abele, Migrantes, UISG e i referenti delle Delegazioni regionali Caritas – e che gestisce sul territorio italiano decine di progetti in Italia e all?estero contro la tratta – è che la Circolare costituisca un segno importante di un percorso di libertà e di tutela dei diritti dei più deboli, in particolare per le donne prostituite, collegandosi ad una storia di protezione sociale inaugurata dalla legge Merlin, cinquant?anni orsono, che aveva aperto una strada condivisa e fruttuosa di sicurezza e di azione sociale.


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