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Cooperazione & Relazioni internazionali

Adozioni più difficli senza l’anagrafe

I ritardi della banca dati sui bambini adottabili

di Chiara Sirna

Avrebbe dovuto partire il 1° ottobre invece, se tutto filerà liscio, si avvierà in via sperimentale entro fine anno, solo in tre tribunali per i minori (uno del Nord, uno del Centro e uno del Sud Italia), per passare a funzionare a pieno regime non prima della prossima primavera.
Si tratta della banca dati che avrebbe dovuto raccogliere i nomi dei minori in stato di ?adottabilità? e delle coppie aspiranti a diventare genitori, in modo da favorire l?incontro di domanda e offerta e accelerare i tempi delle pratiche. Più volte annunciata e invocata a gran voce dalla maggior parte delle associazioni di tutela dei minori, resterà ancora per qualche mese un obiettivo scritto sulla carta.

A prevederne l?attivazione è stato l?articolo 40 della legge 149, approvata sei anni fa, la norma quadro che regola in Italia tutta la disciplina in materia di adozione e affido. A regolarne le modalità di funzionamento, invece, nel rispetto delle norme sulla privacy, è stato un decreto emanato successivamente (il numero 91 del febbraio 2004). Tre anni sono passati, ma questo progetto, che pure è considerato così importante, si è arenato.

Sull?attivazione entro il 1° ottobre aveva scommesso lo scorso luglio, durante un seminario della Commissione bicamerale per l?Infanzia, la stessa Melita Cavallo, capo dipartimento Giustizia minorile del ministero di via Arenula. I ritardi della pubblica amministrazione però hanno fatto scadere i termini.
«Ho partecipato da poco a una riunione, svoltasi il 4 ottobre, con i responsabili del progetto», spiega la Cavallo. «Si è stabilito che, finito il collaudo del sistema, si passerà a una sperimentazione in tre tribunali entro fine anno e poi, tra marzo e aprile, il sistema entrerà a pieno regime». «Stiamo costruendo», confermano dal Dipartimento di giustizia minorile, «un sistema informatico in grado di trasferire i dati dei singoli tribunali al database centrale, che avrà sede a Roma».

Ma a qualcuno i ritardi sembrano inconcepibili. «È inspiegabile, in fondo è la cosa più semplice di questo mondo», sbotta Marco Griffini, presidente di Aibi – Amici dei Bambini. «I dati sono già in possesso dei Tribunali, quanto ci vuole a metterli a disposizione di tutti?».
«Non ci vuole molto a incrociare i casi già noti di minori adottabili con la disponibilità delle coppie», concorda Antonio Fatigati, presidente di Genitori si diventa, aggiungendosi al coro degli increduli. Ma poi fa un passo indietro sull?utilità del progetto. «Una banca dati», commenta, «può essere utile ad avere in tempo reale il quadro delle situazioni, ma non è una priorità».

«Ci auguriamo», ribatte dal canto Valeria Rossi Dragone, presidente del Ciai – Centro italiano aiuti all?infanzia, «che si tratti solo di ritardi tecnici e non di una mancanza di attenzione dei ministeri coinvolti per il tema dell?adozione».
«Certo che è abbastanza deprimente», conclude, «pensare che ancora oggi non vi sia nel nostro Paese un effettivo coordinamento fra i diversi tribunali». Si spera ora che in primavera non arrivino altre proroghe.


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