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Famiglia & Minori

Adozione mite, serenità forte

Minori. Prima applicazione vicino a Bari.

di Daniela Verlicchi

Potrebbe essere l?uovo di Colombo per tanti ragazzi in istituto: è l?adozione mite, che permette di affidare permanentemente un minore a una famiglia senza privare della patria potestà i genitori naturali. Poco utilizzata in Italia, l?adozione mite è diventata realtà a Putignano (Bari), grazie all?impegno di un magistrato, Francesco Occhiogrosso.

Un passo in più verso le adozioni miti è stato fatto a Putignano, in provincia di Bari, il 28 dicembre scorso: qui il Comune, l?Asl, i servizi sociali e il tribunale di Bari hanno firmato un protocollo d?intesa per sostenere il percorso dell?adozione mite. ?Ideato? da Francesco Occhiogrosso, il presidente del tribunale dei minori barese, questo strumento giurisdizionale permette, in buona sostanza, di affidare permanentemente un minore ad una famiglia, anche senza privare della patria potestà i genitori naturali che quindi mantengono il diritto di vedere i propri figli. Si tratta di un?adozione di fatto che risolve il problema dell?instabilità dell?affido, senza ricorrere agli istituti. Occhiogrosso lo utilizza dal 2003 ma, nonostante sia perfettamente legale (si tratta infatti di un?interpretazione dell?articolo 44 della legge 184 che regolamenta le adozioni in casi particolari), è pressoché inutilizzato. Dalla sua ci sono i numeri: secondo l?Istituto degli Innocenti, l?58% degli affidi che dovrebbero essere temporanei risultato adozioni ?di fatto? perché i bambini non rientrano mai nella famiglia di origine. Nonostante questo, Occhiogrosso è quasi un Don Chisciotte dell?adozione mite. «I tribunali di Cagliari, Taranto e credo anche altri usano strumenti simili, senza definirli ?adozioni miti?. Ufficialmente siamo soli e abbandonati», ironizza Occhiogrosso. Dallo scorso dicembre, però, qualche alleato in più ce l?hanno. Almeno nel Comune di Putignano. Il protocollo impegna infatti tutti i firmatari a velocizzare le pratiche di chi desidera accogliere permanentemente un bambino, aprendo un?istruttoria a parte per l?adozione mite. In pratica, verrà attivata una ?corsia preferenziale? in base alla quale il Comune e i servizi sociali devono verificare se ci sono le condizioni per questo tipo di affido. Verifiche che devono avvenire prima sull?idoneità della famiglia e dopo individuando buone prassi da seguire nelle relazioni con i genitori naturali. Un impegno a tutto tondo che, secondo il presidente del tribunale dei minori di Bari, denota un cambio di mentalità: «Si è tentato di superare la logica del ?il bambino è mio e me lo gestisco io? a favore di una prassi del consenso, che permette di accompagnare il minore e non solo prenderlo in carico» spiega. Un modello esportabile anche al di fuori del territorio barese? In teoria sì, sostiene il giudice. A patto che questo cambio di mentalità si trasformi in una nuova cultura dell?affido: «I servizi non si devono più sentire ladri di bambini se tolgono da un istituto un ragazzo che ha ancora i genitori e lo affidano a un?altra famiglia». Ma la strada, ammette, è piuttosto lunga.

Per saperne di più: <a href="http://www.strade-onlus.it" target="_blank">Strade Onlus</a>


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