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Lavoriamo per il rilancio

Contratto. La posizione di Federsolidarietà dopo la rottura delle trattative

di Redazione

L?appello di Vincenzo Mannino e Vilma Mazzocco ai sindacati: «Serve spirito di responsabilità e realismo da parte di tutti. Altrimenti si rischia di spillare vino da una botte vuota»

Avviata a fine gennaio, la trattativa per il rinnovo quadriennale del contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociali, sta attraversando in questi giorni una fase critica di interruzione del dialogo con le organizzazioni sindacali.
La lunga attesa dell?avvio delle procedure di rinnovo a causa della mancata attivazione del confronto per un ritardo, non spiegabile, dell?invio della piattaforma rivendicativa da parte delle organizzazioni sindacali, non ha giovato rispetto al clima del tavolo di confronto.

Un contratto scaduto il 31 dicembre 2005, due piattaforme differenti presentate, richieste economiche pesanti: questo il quadro generale all?interno del quale è cominciato il confronto negoziale.Nell?ultimo incontro le distanze si sono rivelate profonde, sia sul metodo sia sul merito, fino al rifiuto del sindacato di cercare una strada di dialogo condivisa.

«Federsolidarietà – Confcooperative», sottolinea Vilma Mazzocco, presidente della ederazione delle cooperative sociali, «d?intesa con le altre organizzazioni cooperative ha proposto la chiusura della trattativa di rinnovo focalizzando tutti gli sforzi possibili, e in via prioritaria ma non esclusiva, sull?adeguamento salariale».

In risposta le organizzazioni sindacali hanno riproposto l?insieme delle loro richieste di piattaforma, che nel loro complesso comporterebbero un aumento medio del 25% sui costi generali, solo per il biennio pregresso.

«Così purtroppo», riprende la Mazzocco, «si allontana nei fatti la possibilità di chiudere in tempi brevi il rinnovo del contratto collettivo, che rimane lo strumento principe per dare risposte ai lavoratori del settore e regole al mercato».

«Siamo rammaricati per questa rottura delle trattative avvenuta al terzo incontro tra organizzazioni cooperative e sindacali. Non comprendiamo l?utilità di questa ipotesi di agitazione. La preoccupazione del nostro settore sociale sugli aumenti salariali è autentica e sincera». Questo il commento di Vincenzo Mannino, segretario generale di Confcooperative, sullo stato di agitazione proclamato dalle organizzazioni sindacali dopo che queste hanno abbandonato il tavolo di rinnovo del contratto collettivo nazionale della cooperazione sociale.

«L?interruzione del dialogo», ha aggiunto Mannino, «ha il solo potere di frenare il rinnovo del contratto che è scaduto, è ben vero, il 31 dicembre 2005, ma è altrettanto vero che i tre quarti del tempo dalla scadenza a oggi sono trascorsi in attesa di ricevere la piattaforma di rinnovo dai sindacati che, dopo 19 mesi, ne hanno poi inviate due: segno questo di qualche scollamento interno alle organizzazioni sindacali».

«Migliorare la situazione dei lavoratori», conclude Mannino, «è una preoccupazione delle imprese cooperative ed è per questo che ci aspettiamo spirito di responsabilità e di realismo da parte di tutti. Urge il rinnovo del contratto per rilanciare il settore, oltre che per migliorarne le regole, altrimenti è come spillare vino da una botte vuota».

La trattativa

  • Salario al centro.

La rottura della trattativa sul contratto di lavoro della cooperazione sociale ha una data: il 27 febbraio, quando, a Roma, l?incontro tra i rappresentanti delle tre centrali cooperative (Legacoopsociali, Confcooperative e Agci) e le quattro principali organizzazioni sindacali si è concluso con l?abbandono del tavolo da parte di queste ultime. Le tre centrali hanno manifestato sorpresa e sconcerto per aver interrotto un dialogo che, di fatto, si era appena avviato (era il terzo incontro). Al centro della trattativa, le questioni salariali. «Le Ooss hanno riproposto l?insieme delle loro richieste di piattaforma, che nel loro complesso comporterebbero un aumento dei costi del 25%, solo per il biennio pregresso», si legge in una nota congiunta delle tre centrali. «Ci propongono», replica Rossana Dettori, segretaria nazionale della Fp Cgil, «di rinnovare il contratto scaduto il 31 dicembre 2005 pagando i lavoratori solo per il 2008 e il 2009. Ma al ?paghi 2 prendi 4? delle cooperative i sindacati hanno già risposto ?no grazie?. I lavoratori non sono merce e ne daranno presto la prova con la loro mobilitazione».


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