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Raveparty: Gatti, mercati di droga

«I rave sono mercati a cielo aperto della droga, fiere campionarie di stupefacenti che producono grandi redditi e vengono organizzati per questo»

di Redazione

Così Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento delle dipendenze della Asl citta’ di Milano, commenta l’inchiesta sul mega-raduno nell’hinterland di Roma realizzata da “Il Messaggero” che ha calcolato in 1.500 i partecipanti ai rave-party sull’Ardeatina, festini che in 10 anni hanno prodotto 4 vittime in Italia.

A frequentare i festini in location fatiscenti, riferisce il giornale, sono minorenni, ragazzi di 16 17 anni, che, se girano per i capannoni, possono trovare droga a volonta’. Gatti quindi, intervistato dal quotidiano romano, sottolinea il muro di omerta’ che c’e’ su queste festini e afferma ancora: “Mi sorprende e mi allarma che non esiste nessun contrasto culturale di fronte a questo fenomeno cosi’ inquietante”. “C’e’ l’adesione di chi partecipa da una parte e -prosegue- quella di chi non dice nulla dall’altra. Se ne parla solo dopo, e solo quando ci scappa il morto”.

Secondo l’esperto di tossicodipendenze, per i ragazzi che partecipano ai rave-party “la cosa finisce li’, dopo due giorni di sballo tornano alla normalita’. Non pensano di essere finiti in mano a commercianti senza scrupoli che si arricchiscono mettendo a rischio la loro vita, vivono in maniera acritica lo sdoppiamento, dopo le notti di follia si torna al lavoro. Non riflettono su questo perche’ nessuno li fa riflettere, perche’ tutto questo passa sotto silenzio, perche’ appunto questa e’ ormai la normalita’”.


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