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Benvenuto: «E ora donazioni trasparenti»

Parla il padre della +dai versi -versi

di Maurizio Regosa

Renderei pubbliche anche le donazioni, non solo i redditi. Sarebbe una scelta innovativa e assai importante». Parola dell?ex senatore Giorgio Benvenuto, da sempre molto attento a quanto avviene nel non profit: «Migliorerei i limiti fissati dalla +Dai -Versi, che ormai hanno un valore simbolico, e introdurrei il principio della trasparenza anche per le donazioni. Che devono essere un titolo di merito, come avviene negli altri Paesi».

Vita: Cosa si otterrebbe?
Giorgio Benvenuto: Si vedrebbe che sul terreno della solidarietà, rappresentato poi anche dal 5 per mille, c?è sensibilità e attenzione. Oltretutto la trasparenza gratificherebbe chi dona e sarebbe un incentivo, facendo conoscere la legge più di quanto non sia oggi. Aggiungo che il 5 per mille e la +Dai -Versi rappresentano il fisco che ci piace: il contribuente sa qual è la destinazione di quello che versa o paga di meno.

Vita: La trasparenza diminuirebbe la diffidenza per il fisco?
Benvenuto: Potrebbe migliorare la relazione non facile fra il cittadino e lo Stato, che non fa tutto, ma aiuta e favorisce chi vuole esprimere della solidarietà. Peccato ci sia troppo autolesionismo…

Vita: In che senso?
Benvenuto: Penso al 5 per mille, con il caos degli elenchi, i pagamenti non ancora effettuati. Lo stesso è avvenuto nella pubblicazione online dei redditi degli italiani. Una scelta sbagliata nel metodo e nei tempi – andava spiegata e non fatta pochi giorni prima del cambio di governo – ma giusta nel merito. Sono vent?anni che questi dati sono disponibili. L?unica differenza è la procedura. Forse aggiungerei una cosa.

Vita: Quale?
Benvenuto: L?identificazione di chi vuole consultare i dati online: chi vuole accedervi dovrebbe registrarsi. Ma la trasparenza serve al Paese ed è un?operazione da fare. Dovrebbe riguardare anche la spesa pubblica e le consulenze.

Vita: Che non sono sempre note, come vuole la legge.
Benvenuto: Siamo un Paese strano. Magari si pubblicano le intercettazioni anche se non hanno rilevanza penale e poi non si rendono trasparenti le spese pubbliche e le consulenze. Ma la privacy deve servire a tutelare veramente la privacy, non essere una scusa con cui si impedisce di conoscere la realtà…


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