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Famiglia & Minori

Adozioni: Anfaa scrive alla Mussolini

Lettera aperta dell'Associazione Famiglie Adottive e Affidatarie sull'apertura dell'onorevole Mussolini a conviventi e single

di Redazione

Onorevole Alessandra Mussolini,

intendiamo intervenire in merito alle dichiarazioni da Lei rilasciate nell’intervista di domenica 27 luglio sulla necessità di allargare la possibilità di adottare alle coppie conviventi e ai single.


I numeri della realtà

Le Sue affermazioni denotano, a nostro avviso,  una scarsa conoscenza della situazione attuale: il numero delle domande di adozione di bambini italiani e stranieri presentate nel nostro Paese da coniugi, con o senza figli, infatti, è di gran lunga superiore a quello dei bambini adottabili. Infatti, come dimostrano i dati statistici, riesce ad adottare solo una piccola parte delle coppie che presentano domanda di adozione di minori  italiani e  stranieri.
Come ribadito nel 4° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, curato da Save the children e sottoscritto da 45 organizzazioni operanti nel settore in Italia “il numero delle coppie che presentano al Tribunale per i minorenni la disponibilità all’adozione è di gran lunga superiore a quello di bambini adottabili, sia attraverso la nazionale che l’internazionale.

A ciò si aggiunga che molto spesso le aspettative delle coppie adottanti si discostano dalla realtà del bambino adottabile. Secondo i dati riportati nel dossier statistico “LA  FAMIGLIA IN ITALIA”, nel 2005 sono state presentate 14.792 domande di adozione nazionale legittimante e 7.882 dichiarazioni di disponibilità all’adozione internazionale. Sono stati emessi 6.243 decreti di idoneità all’adozione internazionale. Come già evidenziato, nello stesso anno sono state concesse 1.150 adozioni nazionali legittimanti e 2.304 adozioni di minori stranieri. Questo significa che, sempre nel 2005, hanno adottato il 7,7 % delle coppie che hanno presentato domanda di adozione nazionale e il 37% di quelle che hanno ottenuto l’idoneità all’adozione internazionale”.

Fin dall’entrata in vigore dell’adozione legittimante (1967) non sono mai restati per strada o in istituto bambini  adottabili a causa della mancanza  di famiglie pronte ad accoglierli. Ci sono ancora difficoltà è vero, a reperire coppie adottive per i minori già grandicelli, gravemente malati o colpiti da handicap, anche per il disinteresse delle istituzioni coinvolte. In base alle esperienze finora realizzate, vorremmo sottolineare che l’adozione di questi bambini non può essere disposta confidando semplicisticamente sulla disponibilità degli adottanti: è indispensabile che essi siano attentamente selezionati e preparati, e che l’intero nucleo familiare possa beneficiare del sostegno dei servizi che le istituzioni dovrebbero mettere a loro disposizione. E’ anche necessaria l’erogazione di contributi economici  per far fronte ai maggiori oneri che la famiglia deve affrontare. È importante, inoltre, che detti nuclei possano contare su una rete di rapporti umani e sociali che arricchiscano la vita della famiglia e ne impediscano l’isolamento.


Non esiste il diritto al figlio

A questo riguardo, vorremmo anche segnalarLe che, proprio partendo dal diritto del bambino adottabile, alla famiglia il nostro ordinamento ha previsto che, esclusivamente quando non è possibile l’inserimento del minore presso una coppia di coniugi, il Tribunale per i minorenni può disporre l’adozione «nei casi particolari»,  consentita anche alle persone singole. Tuttavia, nel superiore interesse del minore, l’adozione nei casi particolari non può essere considerata una scappatoia volta a favorire le persone sole. Riteniamo infatti che la crescente richiesta da parte di persone singole ad adottare nasca  da una scarsa  conoscenza della situazione reale (scarsa conoscenza favorita anche da una errata informazione da parte dei mass-media) e dal loro personale desiderio di avere un figlio.  Desiderio che non può tramutarsi in un “diritto”.

A nostro parere, le modifiche legislative  richieste sembrano  infatti volte ad ottenere il riconoscimento dei loro desideri come se si trattasse di diritti. Non esiste un “diritto” all’adozione da parte degli adulti: l’adozione, lo ribadiamo,  è un diritto esclusivo dei minori nei cui confronti l’autorità giudiziaria  ha accertato che sono in situazione di adottabilità in quanto «privi di assistenza morale e materiale da parte dei propri genitori o dei parenti tenuti a provvedervi, purché la mancanza di assistenza non sia dovuta a causa di forza maggiore di carattere temporaneo».

Il minore adottabile ha inoltre l’esigenza di avere non solo un genitore, ma una mamma e un papà, giovani e, se possibile, anche fratelli e sorelle oltre ai nonni, zii e cugini.
Ogni sforzo, quindi, dovrebbe essere rivolto alla selezione/preparazione dei coniugi adottanti, scegliendo le coppie più valide per i minori adottabili e quindi quelle solide, mature, giovani, possibilmente con figli biologici o adottivi, aperte alle problematiche sociali, rispettose dei diritti altrui e con una attiva vita di relazione interna ed esterna. Inoltre è necessario un forte impegno da parte dei servizi sociali, per sostenere e aiutare gli adottanti a superare le inevitabili difficoltà che l’adozione di un bambino, spesso grande e traumatizzato dalle pregresse negative esperienze, comporta, Troppi sono i fallimenti adottivi determinati dall’accoglimento da parte dei Tribunali per i minorenni di domande presentate al prevalente scopo di risolvere problemi di solitudine degli adottanti e anche dalla solitudine in cui gli adottanti, sovente, vengono lasciati da parte delle istituzioni.

Rilanciare gli affidi

Non vogliamo infine dimenticare le migliaia di minori che ancora sono ricoverati nelle strutture e che non vedono riconosciuto il loro diritto a crescere in una famiglia. Si tratta di minori che non sono adottabili in quanto hanno una famiglia: per loro è necessario, non tanto modificare le leggi attualmente in vigore, quanto richiamare invece il dovere delle istituzioni a garantire un aiuto alle famiglie in gravi difficoltà e a sostenere e rilanciare gli affidamenti familiari.
Siamo quindi a chiederLe un incontro al fine di meglio illustrare quanto qui brevemente esposto. In attesa di un Suo gentile riscontro, Le inviamo i nostri migliori saluti

Donata Nova Micucci
Presidente Anfaa 

L’Anfaa è impegnata dal 1962 per tutelare il  fondamentale diritto di tutti i minori,
compresi quelli disabili o malati,  a vivere in famiglia: anzitutto nella loro d’origine
e, quando questo non è  possibile, secondo le situazioni, in una affidataria o  adottiva.


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