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Leggi & Norme

Marini (Cbn): una legge sul testamento biologico è un errore

Per il vicepresidente del Cnb è meglio che un giudice decida di volta in volta: si danno più garanzie ai cittadini

di Redazione

Meglio singole sentenze, valide caso per caso, che una codificazione legislativa sul testamento biologico. Lo afferma il prof. Luca Marini, presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL e vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, intervenendo nel dibattito sul testamento biologico. «La legge costituisce sempre uno strumento di ‘massificazione’ sociale e culturale e, con riferimento ai problemi eticamente sensibili, non sempre fornisce le risposte più idonee», rileva il prof. Marini. «Avviare l’iter parlamentare su una legge in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento si tradurrebbe inevitabilmente nell’escogitare compromessi tra posizioni culturali e ideologiche lontane e spesso confliggenti. E l’esperienza dimostra che non esistono leggi perfette, tanto meno in materia di bioetica».

Fare una legge è, pr Marini, «un errore di prospettiva: basti pensare alla difficoltà di tradurre in termini legislativi questioni non solo di incerta e non condivisa definizione scientifica (l’accertamento della morte, la qualificazione dell’alimentazione ed idratazione, ecc.), ma anche soggette ad una evoluzione tecnologica che costringe sempre il diritto positivo ad una rincorsa faticosa. Per questi motivi l’attuazione di una futura legge in materia difficilmente potrà fare a meno del contributo interpretativo del giudice, oggi tanto criticato con riferimento al caso Englaro. Personalmente, fatta salva la libertà di ciascuno di formulare dichiarazioni anticipate di trattamento, vedo invece con favore il ruolo della giurisprudenza e del ‘diritto vivente’, che richiamino i principi generali e le norme costituzionali del nostro ordinamento per fornire soluzioni valide caso per caso».

«Temo – conclude Marini – che una legge sul testamento biologico finirebbe per sostituire al ‘vuoto normativo’, che oggi taluni lamentano, un provvedimento generale ed astratto che si imporrebbe a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro convinzioni etiche».


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